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“VIVARIUM” CASSIODORO, C’È UN PROGRAMMA DI RECUPERO

Area d’interesse non solo archeologico, ma anche religioso e storico di caratura internazionale

di Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)

SQUILLACE (CZ) –  23 APRILE 2019 –  «Stiamo lavorando a un programma di ricerca per il recupero del “Vivarium” di Cassiodoro, area d’interesse non solo archeologico, ma anche religioso e storico di caratura internazionale».

Lo ha affermato il soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio di Cosenza Mario Pagano, a margine di un incontro sul monastero dell’antica Squillace tenutosi a Cosenza.

L’iniziativa ha concluso il primo ciclo degli “Incontri con la Soprintendenza” promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali.

Il soprintendente ha esposto i risultati delle indagini condotte all’interno del complesso monumentale attraverso lo studio di alcuni bolli laterizi rinvenuti nell’area e analizzando il più antico codice, il “Bambergensis”, che illustra il monastero di Cassiodoro.

«Il Vivarium – ha puntualizzato Pagano – è il luogo dove si è conservata la cultura classica e va per questo preservato: esso rappresenta il culto della vita monastica e culturale di cui Cassiodoro è elemento centrale».

Al’iniziativa ha partecipato, tra gli altri l’archeologa Chiara Raimondo, presidente dell’Istituto di studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria, con sede a Squillace, la quale ha lanciato un appello affinché si intervenga con urgenza nell’area archeologica di Squillace e Stalettì, riprendendo la campagna di scavo.

Il monastero “Vivariense sive Castellense” fu fondato da Cassiodoro tra gli anni 554 e 560 ed è considerato universalmente il primo esempio di università cristiana d’Occidente.

Un primo tentativo era già stato fatto da Cassiodoro nel 536 a Roma, quando con l’appoggio di Papa Agapito, ideò un’università del sapere cristiano e profano, ispirato a quelle nate in Oriente, in particolare ad Alessandria e a Neocesarea.

Il monastero constava di due rami: il Vivariense, destinato alla vita cenobitica, dove i monaci si dedicavano alla formazione nel sapere cristiano e alla trascrizione dei codici antichi; il Castellense, destinato alla vita anacoretica, alla meditazione e alla preghiera, così come al lavoro manuale, a cui si accedeva dal Vivarium dopo una lunga esperienza di vita religiosa. Cassiodoro nacque a Scolacium intorno all’anno 490 e crebbe a Ravenna alla corte di Teodorico.

La sua carriera politica e amministrativa fu veloce e brillante. Nel 537 si ritirò a vita privata e si dedicò alla raccolta delle “Variae”.

Dopo un breve soggiorno a Roma, Cassiodoro si ritirò nella sua villa nei pressi di Scolacium, dove fondò il “monasterium vivariense sive castellense”. È di questo periodo la sua maggiore attività letteraria.

Morì intorno al 583 nel monastero Vivariense, dove fu anche sepolto.