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VALLEFIORITA, BULLISMO: LA PREVENZIONE NON È MAI TROPPA

La psicologa dell’Asp Mariarita Notaro ne ha parlato con i ragazzi delle scuole in alcuni incontri in cui jha fornito consigli anche per genitori e docenti

Articolo e foto di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud)

VALLEFIORITA (CZ) –  26 FEBBRAIO 2019 –  «Più del 50% dei giovani in Italia tra gli 11 e i 17 anni è vittima di bullismo. Molto importante è parlarne, fondamentale è la prevenzione».

Lo ha affermato Mariarita Notaro, psicologa del Servizio dipendenze di Soverato, di cui è responsabile Maria Giulia Audino e che fa parte del Ser.D. dell’Asp di Catanzaro, diretto da Franco Montesano.

La professionista ha tenuto alcuni incontri sul bullismo e sul cyberbullismo con i ragazzi delle scuole di Vallefiorita, facente parte dell’istituto comprensivo di Squillace, diretto da Grazia Parentela, molto sensibile a queste tematiche.

Si è parlato di bullismo diretto e indiretto, delle caratteristiche del fenomeno, dei protagonisti (vittima, bullo, complici).

Soprattutto ci si è soffermati sui campanelli d’allarme che indicano se un ragazzo è un bullo o un potenziale bullo, se può essere una vittima e sulle conseguenze di queste gravi azioni.

«Anche il cyberbullismo – ha affermato Notaro – oggi è un fenomeno molto più pericoloso del bullismo. Il “flaming” (offesa fatta su social network) e l’“exclusion” (l’isolamento di un ragazzo da un gruppo) sono purtroppo molto diffusi».

Per la psicologa, «i ragazzi devono parlarne ed esistono molte azioni per contrastare il bullismo». Sono stati forniti molti consigli per i genitori, per i docenti e per i ragazzi.

Agli studenti è stato detto di provare a non farsi vedere infastiditi da un bullo, di comunicare bene in maniera assertiva, di avere consapevolezza di sé, della propria forza, del proprio valore, di raccontare tutto ad un adulto, di non vergognarsi di ciò che gli sta accadendo.

«Non solo la vittima ha un problema – ha rimarcato Notaro – ma anche il bullo: la forza non si dimostra umiliando gli altri. Anche il bullo è un bambino che va aiutato».

I ragazzi si sono mostrati molto attenti, partecipando attivamente all’incontro. In maniera anonima hanno riferito molto delle loro esperienze, dei loro punti di vista: è emerso che è un fenomeno che sentono, che è presente nella loro realtà, scolastica e non.

Tutti hanno riferito che è un fenomeno da combattere.