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SACERDOTI INDAGATI, GRATTERI REPLICA ALLA DIOCESI


“Inquirenti hanno operato senza artatamente alterare e artificiosamente interpretare le risultanze delle indagini”

di REDAZIONE

VIBO VALENTIA – 3 GIUGNO 2019 –  “Sono plurimi gli accertamenti compendiati nel fascicolo delle indagini preliminari e recano, oltre alle iniziali registrazioni versate agli atti dalla vittima della vicenda estorsiva, le acquisizioni dei tabulati telefonici, gli esiti delle attività di intercettazione, nonché le dichiarazioni delle persone informate sui fatti”.

Così il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, ribatte alla Diocesi di Mileto che – nella vicenda che vede indagati per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso don Graziano Maccarone, segretario particolare del vescovo Luigi Renzo, e don Nicola De Luca, rettore del santuario Madonna dell’Isola di Tropea – aveva parlato di “alterazione delle registrazioni e interpretazione artificiosa”.

Gratteri ricorda che nessuno dei preti indagati ha chiesto di essere interrogato dal pm all’atto dell’avviso conclusione indagini e dall’inchiesta emerge come “don Graziano Maccarone si sia attivato per recuperare una somma di denaro data in prestito percorrendo quella che lo stesso prelato definisce come strada parallela”, ovvero il ricorso al cugino vicino al boss Pantaleone Mancuso.

Il procuratore capo di Catanzaro sottolinea infine che tali precisazioni sono dovute al fine di “dare massima trasparenza all’azione della Procura e della Squadra Mobile di Vibo Valentia, che hanno operato senza artatamente alterare e artificiosamente interpretare le risultanze delle indagini”. 

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