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PRESERRE (CZ) – MAFIA MINACCIA TRE CRONISTI OGNI DUE GIORNI

Commissione Antimafia, dal 2006 oltre 2.060 intimidazioni

DI REDAZIONE

PRESERRE (CZ) – 5 AGOSTO 3025 –  “È un dato allarmante l’incremento degli atti di ostilità nei confronti dei giornalisti: 2.060 dal 2006 al 31 ottobre 2014, con un costante incremento che ha registrato il suo picco nei primi 10 mesi del 2014, con 421 atti di violenza o di intimidazione, quasi tre ogni due giorni”.

Lo hanno sottolineato la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi ed il vicepresidente Claudio Fava presentando la relazione sui giornalisti minacciati dalle mafie rilevando la necessità di contrattualizzare i freelance.

“Questa relazione è solo l’inizio, continueremo il lavoro -dice Bindi- Il documento è importante e ha una sua completezza, ma ogni giorno si aggiungono nuovi nomi alla lista dei giornalisti minacciati”. Bindi assicura che “la Commissione non spegnerà la luce su questo aspetto inquietante della lotta alle mafie, ne è una parte importante”.

La relazione, la sesta prodotta dalla Commissione in “meno di due anni di attività” e come le altre approvata all’unanimità, ha impegnato un mese di discussione in seno al Comitato estensore. E di “necessità di un work in progress” parla anche Fava, che ha guidato i lavori del Comitato, sottolineando che “siamo costretti ad un aggiornamento continuo”. Fava sottolinea alcuni punti “che ci preoccupano molto, come le querele temerarie e le azioni civili”. Queste ultime in particolare “mettono in forte difficoltà i giornalisti, quasi tutti precari, sia economicamente sia per la fatica di dover affrontare l’iter giudiziario sia per l’isolamento cui sono sottoposti in società”.

Fava cita come esempio chiave il caso di Milena Gabanelli, anche lei audita -tra i ‘big’, solo Roberto Saviano ha dovuto declinare l’invito-, che ha raccontato ai commissari di aver ricevuto citazioni in giudizio per oltre 250 milioni ma di aver perso una sola causa, per 30.000 euro. Molti dei giornalisti minacciati sono sotto i 30 anni, e in un paese che ha visto finora 11 giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo -di cui 8 solo in Sicilia-, “il saldo è positivo -dice ancora Fava- considerando che questi giovani colleghi, poco conosciuti, schivi, generosi e determinati, non hanno chinato la schiena e non la chinano”. “Degli 11 giornalisti uccisi -conclude la relazione- questa silenziosa e tenace comunità di giovani cronisti è l’eredità più autentica”.