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PRESERRE (CZ) – CETA, DOPO LA REGIONE ANCHE LE PROVINCE DICONO NO

Molinaro: adesso è il momento dei parlamentari calabresi

di REDAZIONE 

PRESERRE (CZ) – 9 AGOSTO 2017 –  L’eventuale accordo fra Canada e Italia del Ceta – Comprehensive Economic and Trade Agreemen – mette in pericolo una quota rilevante dell’economia dell’agricoltura calabrese.

Ecco perché dopo l’ordine del giorno contro il CETA votato all’unanimità dal Consiglio Regionale della Calabria,  dalle Amministrazioni Provinciali e Città Metropolitana di Reggio Calabria, proseguono, anche durante il periodo estivo, l’approvazione delle delibere da parte dei comuni calabresi per dire no al trattato di libero scambio tra e Ue-Canada.“Tutto questo – comenta Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – è una fondamentale azione di supporto dell’azione della Coldiretti che registra anche il rinvio della legge di ratifica nell’agenda dei lavori del Senato.

“L’adozione delle  delibere da parte dei comuni – prosegue  – è un chiaro segnale che arriva dalla nostra regione  a difesa dell’identità e della specificità del “made in Italy” agroalimentare che ha proprio nel legame con il territorio il suo valore aggiunto  “Grazie alla risposta di molti sindaci – continua – si allarga di giorno in giorno il fronte che chiede al Governo e al parlamento di non compromettere il patrimonio del nostro settore primario e consegnare ad un mercato senza regole le nostre denominazioni d’origine.

Sono proprio i prodotti a marchio di qualità ad essere più esposti al rischio di contraffazione. Un rischio da scongiurare con tutte le forze e il rinvio della ratifica in Senato è solo un primo obiettivo per tutelare proprio i prodotti della nostra terra e il reddito degli agricoltori”.

Non è un caso infatti che contro il Ceta i primi a schierarsi con gli agricoltori sono stati proprio i consorzi di tutela delle tipicità calabresi “Il Ceta infatti, contrariamente a quando sostengono altri rappresentanti del mondo economico, non tutela la varietà e la distintività del nostro patrimonio agroalimentare, anzi dà esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali e locali e che sfruttano l’italian souding ingannando i consumatori.

Adesso dopo questa corale espressione delle Istituzioni locali  – conclude Molinaro – ci aspettiamo un sempre maggiore impegno e la condivisione da parte dei parlamentari calabresi”.