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LA CALABRIA RIPARTE, MA REGNA L’INCERTEZZA


A Catanzaro chiesta più facilità accesso accredito o molti ‘in pasto usurai’. Cosenza e Reggio Calabria fra timide aperture

Fonte: ANSA.IT CALABRIA

PRESERRE (CZ) –  19 MAGGIO 2020 –  Riapertura ieri nel segno dell’incertezza per il futuro a Catanzaro e non per tutti.

Molti i negozi aperti, ma alcuni hanno preferito tenere ancora abbassate le serrande, visto anche il poco tempo – le linee guida sono state rese note solo domenica sera – per mettersi a posto.

Al centro dell’attenzione, soprattutto parrucchieri e bar. In un salone del centro, le fasce bianche e rosse delimitano le postazioni off limit, mentre il titolare attende le prime clienti con indosso il camice monouso, maschera e guanti.

Dopo oltre 2 mesi, anche i banconi dei banchi sono tornati ad essere frequentati dai clienti per un caffè “vecchio stile”. Ma i dubbi tra i commercianti restano.

“Se non avremo accesso al credito – dice Marisa Costa titolare di un negozio di abbigliamento del centro – molti di noi finiranno nelle mani degli usurai. In questi mesi di lockdown i costi li abbiamo avuti ugualmente. Gli ultimi decreti governativi e regionali non sono ancora stati pubblicati. La volontà non ci manca ma ci serve aiuto”. 

Un altro problema è quello dei ritardi nei pagamenti dei 600 euro e della cassa integrazione. “La mia dipendente – dice ancora la commerciante – solo pochi giorni fa ha avuto la prima parte della cassa integrazione.

Se non ci sono soldi chi verrà a comprare?”. Una richiesta, quella dell’accesso al credito, ripetuta come un mantra da tutti i commercianti catanzaresi, a prescindere dal settore di competenza. Ieri, dopo oltre due mesi, anche a Catanzaro i primi fedeli sono tornati in chiesa.

Sui banchi dei cartelli indicano gli spazi da lasciare liberi per permettere di osservare il distanziamento, ma le limitazioni non sono state comunque tali da impedire il ritorno dei fedeli che, di prima mattina, hanno anche potuto assistere alla messa.  

E mentre le attività commerciali tornano timidamente a tirare su le serrande, nel settore balneare ancora tutto è fermo. Le linee guida – meno restrittive di quelle originarie dell’Inail – autorizzano la riapertura dal 20 maggio, ma le spiagge del litorale ionico catanzarese sono ancora spoglie.

Di ombrelloni e lettini neanche l’ombra, ma i titolari degli stabilimenti si dicono pronti a ripartire, fiduciosi di poter allestire le spiagge al meglio in vista della stagione estiva.

 “Abbiamo investito nella sanificazione e nei dispositivi individuali, ma dobbiamo crederci perché il danno economico è stato enorme”. 

Antonio Nardi, titolare di un negozio di abbigliamento nel centro di Cosenza, si mostra cautamente fiducioso. In città la ripartenza è timida ma ha già dato segnali positivi.

“Le linee guida sono assolutamente generiche e confusionarie – aggiunge aggiunto Nicola Fortino – ma noi stiamo cercando di offrire ai nostri clienti sicurezza e serenità, perché è importante crederci. Sulla collezione primaverile siamo costretti ad applicare degli sconti, ma sulle calzature da cerimonia abbiamo avuto il calo maggiore”.

Non tutti i negozi di Cosenza hanno riaperto; i piccoli hanno preferito restare chiusi lamentando costi di adeguamento onerosi. Altri sono in attesa che vengano consegnati i disinfettanti e i guanti da esporre all’ingresso. Molti lamentano linee guida poco chiare e diversità tra le disposizioni dell’Inail e della Regione”.

Ripartenza decisa anche se non come i ritmi del periodo antecedente al lockdown per la fase 2 a Reggio Calabria. Bar, barbieri e negozi di abbigliamento e calzature del centro sono aperti e stanno lavorando nel centro della città che lentamente si sta animando. Meno movimentati i ristoranti ma non si dispera.

“Mi sono dovuto inventare un po’ tutto io seguendo però le indicazioni del Dpcm e delle ordinanze – dice il titolare del Papo’S Cafè nella centrale via De Nava – è ho realizzato la possibilità di ingressi ed uscite separati. La fiducia c’è, speriamo che le cose vadano per il meglio”. 

Sulla stessa arteria, certo meno trafficata del solito ma comunque non deserta, c’è anche la sala da barba di Totò che lavora “solo per appuntamento” con mascherine, distanziamento, igiene continua della strumentazione e delle mani.

C’è un clima di fiduciosa attesa tra gli esercenti che hanno alzato le saracinesche “Le prossime ore e i giorni a venire – dicono – saranno decisivi”. 

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