26 Giugno 2018
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FORZE DELL’ORDINE E VIGILI DEL FUOCO, VONO (M5S): POTENZIARE LE DOTAZIONI
Intervento della senatrice a Palazzo Madama: scellerata e fallimentare la Delrio
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 26 GIUGNO 2018 – “Di fronte alle emergenze, lo Stato deve intervenire in tutte le sue articolazioni, garantendo efficacia ed efficienza di soluzioni.
Ecco perché, accanto al lavoro economiabile dei tanti volontari di protezione civile, ritengo sia necessario un potenziamento numerico e strumentale delle nostre Forze dell’Ordine e soprattutto del corpo dei Vigili del Fuoco che negli anni appena trascorsi sono stati interessati da una copiosa emorragia economica, umana e tecnologica che un Paese civile e socialmente evoluto non può e non deve assolutamente consentire”.
Lo ha dichiarato in aula, a Palazzo Madama, la senatrice calabrese del MoVimento 5 Stelle Gelsomina Silvia Vono, intervenendo nel corso della seduta dedicata al decreto legge 55/2018, rivolto alle famiglie e alle imprese dei territori colpiti dagli eventi sismici del centro Italia del 2016.
“Allo stesso modo – ha aggiunto la parlamentare pentastellata – dobbiamo rivedere la questione degli enti locali: assume una particolare evidenza il disastro causato da chi, infatti, ha pensato di riformare le amministrazioni locali, snaturandone il ruolo, tagliando i fondi e lasciandone però immutate le competenze.
Mi riferisco, in particolare, alla riforma Delrio, ovvero alla scellerata scelta di una riforma monca che ci ha consegnato le Province, impossibilitate, di fatto, ad adempiere alle loro originarie funzioni, come una struttura mastodontica che continua a gravare pesantemente sull’economia del Paese.
Il tutto senza contare che ci è stato sottratto il diritto di scelta politica amministrativa che noi cittadini esprimevamo attraverso il voto democratico”.
Secondo la senatrice Vono “interesse, solidarietà, preoccupazione e impegno andavano e vanno rivolti verso i nostri connazionali vittime di eventi sismici”.
Cittadini nei cui confronti il precedente Governo “nulla ha fatto” e che “ormai da anni vivono in condizioni di precarietà subendo, peraltro, una condizione di subalternità rispetto alle esigenze del sistema di business che si è creato sull’immigrazione cosiddetta economica”.