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DAVOLI, UN INNO ALLA SOLIDARIETÀ E ALL’ACCOGLIENZA

Alla biblioteca Vincenziana convegno – mostra  sulla marginalità con gli scatti dell’artista Lidja Musso. Molti i presenti

Articolo e foto di Gianni ROMANO

DAVOLI (CZ) –  3 FEBBRAIO 2019 –  Il convegno-mostra sulla marginalità e il volontariato, svoltosi nella biblioteca vincenziana di Davoli si è trasformato in un inno alla solidarietà e all’accoglienza dell’altro.

E non poteva essere che così, dato che gli organizzatori dell’evento sono i Volontari Vincenziani e l’Emmaus, entrambe associazioni che si occupano delle marginalità con spirito di solidarietà e abnegazione.

Nelle sale della biblioteca, per l’occasione, è stata allestita una mostra con delle foto di marginalità, e in un angolino, è stato ricostruito il “giaciglio – casa” di un clochard. L’artista, Lidja Musso, esperta di comunicazione, nelle sue foto ha cristallizzato, a        mare e drammatiche, ma anche sorprendenti e commoventi, storie degli invisibili.

A ciascuna di esse corrispondono un volto, una persona, una storia vera di sofferenza. Aldo Marcellino, presidente del Volontariato Vincenziano di Davoli e Maria Concetta Infuso, presidente dell’Emmaus, hanno illustrato il loro operato a favore di tutte le marginalità presenti sul territorio. In un contesto sociale in cui sono tante e diverse le spinte disgregatrici del tessuto sociale, il volontariato, invece, genera una forza, che si oppone con il suo operare forte e concreto, creando   un movimento resiliente, una comunità che riallaccia i legami tra le persone.

Tra le specificità del volontariato, vi è la gratuità; l’aiuto donato produce in chi lo offre e in chi lo riceve una messaggio positivo sulla sua vita. La capacità di donare, hanno specificato i relatori, ci libera dal dilagare delle logiche economiche del profitto e del tornaconto “esclusivo” ed “escludente”.

Ogni esperienza solidale del volontariato implica il contatto tra chi offre l’aiuto e coloro che se ne possono avvalere a partire da una condizione di disagio-bisogno. Tale relazione, con le componenti essenziali che essa richiede (ascolto, accoglienza, valorizzazione dell’altro) costituisce e costruisce dimensioni sociali spesso carenti e faticose all’interno degli orientamenti e comportamenti della cultura dominante.

 Il prendere in carico, condividendo nella prossimità e nella quotidianità i disagi e le risorse per affrontarli, spiega Maria Pia Faga, induce gradualmente l’acquisizione di stili di vita e di comportamento che ricostituiscono e consolidano un tessuto sociale spesso disgregato e frazionato.

Ha moderato il convegno la giornalista Maria Luisa Iezzi.