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CENTRACHE (CZ) – E’ allarme “lingua blu”. Sotto sequestro un allevamento

lingua blu [1]

Dopo la conferma dei sospetti di focolaio giunta con una nota dell’Asp di Catanzaro, il sindaco Fernando Sinopoli ha emesso ordinanza per impedire il diffondersi dell’epidemia

 di Franco Polito

 CENTRACHE (CZ) – Prima in un allevamento a Cardinale. Adesso in uno di Centrache. Nel territorio delle Preserre Catanzaresi comincia ad essere allarme “febbre catarrale”, la malattia degli ovini meglio nota come “lingua blu”.  

 Dopo la segnalazione del sospetto della presenza di un focolaio, dall’area dipartimentale del servizio veterinario dell’Asp di Catanzaro, distretto di Soverato, è arrivata la conferma: le analisi cliniche e sierologiche condotte su un allevamento del posto hanno dato esito positivo.

 Tradotto, significa che il bestiame è affetto dalla malattia della “lingua blu”. Puntuale, nei confronti del proprietario, è arrivata l’ordinanza del sindaco Fernando  Sinopoli.

 Il provvedimento, che ha il fine di impedire il diffondersi della malattia, ha prioritariamente ordinato il sequestro dell’allevamento. Non solo, il titolare del bestiame dovrà scrupolosamente attenersi a un insieme di prescrizioni tassative.

 E’ previsto, infatti, l’obbligo di censire ufficialmente il bestiame con indicazione, per ciascuna specie, del numero di animali già morti, infetti o suscettibili di esserlo. Accanto ad esso pure l’obbligo di censire i luoghi che possano favorire la sopravvivenza del vettore o che possano contenerlo e in particolare dei siti propizia alla riproduzione.

 «Nell’ordinanza – spiega il sindaco Sinopoli – è altresì previsto il divieto di movimento di animali da e per l’azienda salvo nel caso di macellazione verso impianti situati all’interno della zona di protezione e quello di ricovero in ambienti protetti  dalle incursioni del vettore durante le ore in cui è in attività qualora sia possibile».

 E ancora, il titolare dell’azienda dovrà effettuare il regolare trattamento degli animali con insetticidi autorizzati all’interno o nei dintorni dei fabbricati di stabulazione.

 Ma non è finita qui. «Il provvedimento – conclude Sinopoli – prevede l’abbattimento degli animali che il veterinario ufficiale ritiene per prevenire il propagarsi dell’epidemia ovvero la distruzione, l’eliminazione, l’incenerimento o il sotterramento in conformità alle disposizioni di legge vigenti delle carcasse degli animali morti e di quelli abbattuti nell’azienda oltre a dover effettuare l’indagine epidemiologica».