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CATANZARO – DARE DELLE REGOLE CERTE PER TUTTI NON SIGNIFICA VOLER ABBATTERE “MIRABILIA”


Il presidente dell’associazione “Catanzaro è la mia città” controreplica al numero uno di “Mirabilia”

di REDAZIONE

CATANZARO  – 15 AGOSTO 2015 –  «Visto che sono stato chiamato in causa dal Sig. Matarese presidente dell’Associazione Mirabilia mi vedo costretto a controreplicare per evidenziare che quanto da lui sottolineato è frutto di discorsi non oggetto della nostra lettera di chiarimento inviata all’amministrazione comunale». Lo afferma in una nota il presidente dell’associazione “Catanzaro è la mia Città” Francesco Vallone.

«Lo stesso  – aggiunge Vallone – nell’iniziare la sua replica ha indicato che avrei individuato nella sua storica associazione una di quelle che “stia sguazzando in un mare di melma fatto di favoritismi, misteriose tresche e loschi intrallazzi” visto che non ha letto quello che abbiamo scritto lo invito a rileggere la nota trasmessa al comune e comprenderà di aver fatto un buco nell’acqua. Ribadisco a Matarese che non sono il portavoce di nessuna anima inquieta ma presidente di una associazione che chiede al comune di avviare proficuo dialogo e rendere sinergiche le competenze e le professionalità riconosciute delle associazioni culturali che operano per lo stesso obiettivo. Sono stato uno dei primi estimatori del progetto Mirabilia ed avevo pensato fosse una di quelle associazioni che potevano fare il bene di questa città poi, me ne sfuggono i motivi, di tutti i bei propositi non se n’è visto nulla, quindi sottolineo a  Matarese, conoscitore del il mio pensiero perché in tempi passati ne avevo tessuto le lodi, che so bene da quanti anni c’è il nome di Mirabilia in giro».

«Sappiamo benissimo  – dice ancora Vallone –  che nel 2007 la sua associazione, impreziosita della presenza e dal lavoro di persone che non ne fanno più parte, ha aperto i sotterranei del castello ma questo non lo rende tenutario a vita delle chiavi dei locali che, ribadisco, a richiesta effettuata dalle guide da noi interessate per eventuale visita guidata sono sempre state indicate dall’amministrazione come non agibili. Non mi spiego come il caro presidente continui a dire che sia normale mantenere le chiavi di un locale pubblico per il quale il comune ne ha vietata l’agibilità. Non siamo noi a stabilire se questo sia un reato o solo superficialità nell’agire, di certo vorrà concordare con noi che la cosa non sia abituale. E’ inutile che Mirabilia ribadisca che quello che fu fatto nel 2007 era cosa bella ed encomiabile, Il nostro discutere si ferma solo sul fatto che oggi, se i locali sono inagibili e non si possono fare visite, neanche Matarese era deputato a farlo. Non ci è chiaro quando parla di associazioni “il cui senso di responsabilità era tutto da verificare, si son proposti in luogo di Mirabilia,” forse nel parlare confonde l’Associazione che io rappresento con altre di cui non conosco gli intenti».

«E poi  – afferma ancora Vallone –  quando sottolinea che l’Assessore Carrozza ha disposto oggi la chiusura definitive delle gallerie. Quindi contrariamente a quanto dichiarato in precedenza dall’amministrazione comunale le stesse erano fruibili? Lungi da noi la volontà di abbattere Mirabilia a cui va riconosciuta la volontà di cercare di fare qualcosa di buono per la città ma è discutibile, la metodica con cui alcune cose sono state fatte e la volontà di avere riconosciuti dei diritti escludendo a priori la necessità di lavorare in modo sinergico allargando anche a soggetti titolati. Questo non per avere un più alto “potere contrattuale”, ma per far comprendere a coloro che ci amministrano che remare verso un unico obiettivo potrà far rinascere questa città che ha tantissimi potenziali ma un insieme di attori che non recitano per un’unica sceneggiatura. In merito alla battuta finale “Non ci si tagliano gli attributi sol per fare dispetto alla propria moglie!” inviterei il Matarese ad un controllo del linguaggio per evitare di far cadere come al solito il tutto in una comune discussione da Bar del quartiere».

«Concludo  – chiosa Vallone –  ribadendo che rileggendo il post sui social network citato dal Matarese in cui parlava della sua detenzione delle chiavi di un luogo pubblico, non siamo riusciti a capire a che titolo lo stesso deteneva ancora le chiavi e con quale diritto ne usufruiva. Speriamo che l’assessore al ramo riesca a spiegarlo ai cittadini catanzaresi».

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