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AMARONI (CZ) – Le consumazioni al bar? Le paga il morto

Una veduta di Amaroni, qui la generosità è di casa [1]

Una veduta di Amaroni, qui la generosità è di casa

Emblematico gesto di “amaronesità” da parte di Salvatore Giampà, detto “Tiravanzi”, deceduto qualche settimana addietro, che ha lasciato pagato a tutti il caffè

di Franco POLITO

AMARONI (CZ) – 2 MARZO 2015 – Storie di calabresi e di calabresità. Storie di amaronesi e di amaronesità Storie dolci, come il miele che qui su produce, che sanno di generosità, aggregazione, simpatia, semplicità e bontà d’animo.

Amaroni è costellata di episodi di “sana umanità”. L’ultimo lo svela l’ex sindaco e, ora, consigliere regionale Arturo Bova. <<Anche ad Amaroni – racconta Bova – capita di entrare nei bar del paese, consumare qualcosa, avvicinarsi alla cassa per saldare il conto e sentirsi dire: “E’ tutto pagato”. Poi chiedi: “Ma chi ha pagato?” E ti senti rispondere:”Salvatore Giampà, detto “Tiravanzi”>>.

Tutto normale, direbbe ognuno di voi. Tutto nella ordinarietà delle cose. E invece non è così. Da queste parti l’ordinario diventa straordinario. <<Perché – insiste Bova – la persona che ha lasciato pagata una consumazione per tutti gli amaronesi e’ (anzi era) il mitico ed indimenticabile amaronese Salvatore “Turi Tiravanzi”, deceduto il 19 febbraio 2015>>.

Goliardico e innamorato del suo paese <<prima di morire – aggiunge Bova – “Turi” ha lasciato detto ai titolari dei bar di Amaroni che chiunque vi si fosse recato il giorno dopo il suo funerale, avrebbe avuta pagata una consumazione>>.

Uomo buono e amico di tutti, di facile compagnia e dalla battuta pronta, “Tiravanzi” viene descritto dai suoi concittadini come <<uomo grande, inenarrabile, simpatico e gioioso>>. Al suo funerale, infatti, c’era tutta Amaroni ad onorarlo. <<Così come si conviene ai “grandi”>> sottolinea Bova.

Ci sono tanti modi per incarnare le caratteristiche del posto in cui si nasce e si vive. “Turi Tiravanzi” l’ha fatto così. Con l’ultimo, emblematico, gesto, di amaronese vero. Altruista e generoso. <<Immaginate l’emozione degli amaronesi nel commentare e far tesoro dell’ennesimo esempio di vita sociale aggregata – conclude Bova -. Solo che questa volta il gesto e’ stato compiuto “da un defunto”, ma sempre un gesto che ci deve portare a sbandierare ovunque il nostro “orgoglio amaronese”>>. Che Iddio lo abbia in gloria.