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VERSO PALERMITI ATTRATTI DAL “FASCIO DI FEDE” DELLA MADONNA DELLA LUCE

Esiste una leggenda che vale la pena raccontare , quella che si riferisce al Murorotto dove si racconta che nel 1720 due contadini ebbero a vedere una forte luce che proveniva da un quadro che raffigurava una Madonna vestita in rosso

di Gianpiero TAVERNITI

PALERMITI (CZ) –  15 MARZO 2021 – Una giornata calda, una domenica primaverile a tutti gli effetti, risalendo 19 km nell’entroterra di Squillace Lido, ci si dirige verso Palermiti, seguendo moralmente la luce della fede che un santuario negli anni ha sempre fornito a tanti fedeli.

Una cittadina, con poco più di 1200 abitanti, domina dall’alto una distesa di uliveti degnamente curati e coltivati che appaiono agli occhi dei visitatori come dei giardini immensi. Arrivati a Palermiti, cisi dirige verso la parte alta del paesino, verso il Santuario della Madonna della Luce, che è la Santa Patrona del centro catanzarese.

Esiste una leggenda che vale la pena raccontare , quella che si riferisce al Murorotto dove si racconta che nel 1720 due contadini ebbero a vedere una forte luce che proveniva da un quadro che raffigurava una Madonna vestita in rosso.

Sembrerebbe che un gruppo di contadini che provenivano dal vicino San Vito sullo Jonio, rientrando dai loro appezzamenti, scorsero dietro dei cespugli, una forte luce che proveniva da un Murorotto dove c ‘era posato un quadro, quando gli stessi videro quella Madonna con quella forte luce, la immedesimarono nella Madonna della Luce, pregando e venerandola, ma presto capirono che non era il luogo ideale per tenerla.

Cercarono di rimuoverla dal muro, ma non fu facile, accorsero tantissimi muratori che non riuscirono nell’impresa, ma nei vari tentativi provò un muratore di Palermiti che sotto lo stupore di tutti ci riuscì e apri una diatriba su dove collocare il questo della madonna.

La si caricò su un carro trainato da buoi che lo si fece attraversare i paesini del comprensorio, però arrivando a Palermiti si fermò e i buoi si inginocchiarono , quindi il quadro venne sistemato nella chiesa di S.Giusto che nel terremoto del 1783 distrusse.

La tela, attualmente è collocata nella chiesa matrice, la patrona si festeggia il 2 luglio con la festa piccola( à hesta picciula) e nell’ultima domenica di agosto dove si celebra la festa grande ( ‘a hesta randa ).

La visita ci ha diretto ,ci ha portati nella parte alta del centro, giungiamo in un luogo sacro, silenzioso , dove meditazione e preghiera si conciliano in automatico, ci si ferma ad ammirare la statua della Madonna collocata su una sorta di obelisco alto, quasi a volerle donare anche il dominio materiale sulla vallata.

Assistiamo a delle belle stazioni della via Crucis realizzate su porcellana dipinti a mano, con un corrispettivo cartello della preghiera del Padre Nostro in 14 lingue differenti.

Un luogo incredibile che fa parte di uno dei santuari della nostra terra molto frequentato e che meriterebbe di essere conosciuto maggiormente.