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VERSO LE COMUNALI A STALETTÌ, COMINCIANO GLI “STATI D’ANSIA”

Il motivo la mancanza di discussione tra ‘reali’ forze politiche, una volta esistevano le sezioni dei partiti vere fucine di confronto su temi e programmi, oggi l’evoluzione la velocità dei social hanno portato ad una sonnolenza comunicativa

di Salvatore CONDITO (Giornalista)

STALETTÌ (CZ) –  10 GENNAIO 2023 – Fermenti riunioni tatticismi fervono in questi giorni per il rinnovo del Sindaco e Consiglio Comunale, previsto per metà giugno, una data che a molti fa perdere il sonno con stati d’ansia.

Il motivo la mancanza di discussione tra ‘reali’ forze politiche, una volta esistevano le sezioni dei partiti vere fucine di confronto su temi e programmi, oggi l’evoluzione la velocità dei social hanno portato ad una sonnolenza comunicativa.

Un territorio che per la sua storia ma soprattutto per una serie di personaggi che hanno contribuito a portare questo nome ad essere conosciuto in tutto il mondo: cultura ambiente immagine; oggi mancando gli istituti preposti ad un reale confronto portano una serie di persone ad affacciarsi sulla piazza per proporre visioni e storie.

Analizzando una serie di dati statistici emerge che tanti ‘menti pensanti’ sono emigrate o vivono in esilio dorato per mancanza di processi comunicativi in grado di proporre  aggregazione per dei contenuti reali.

I giovani sono totalmente avulsi e distaccati vivendo lontano ,oppure chiusi nei loro  social, intanto qualcuno chiede a gran voce che questo straordinario borgo possa vivere di luce propria non riflessa.

Tanti sentenziano che questo paese non avrebbe niente da invidiare a Taormina, ma si perdono nel chiacchiericcio di capannelli al ‘Monumento’, aspettando la data delle elezioni per poter fare il salto della quaglia in funzione del vincente.

I tempi sono cambiati ma non le persone che non vivono la realtà di un paese che ormai invecchia con un dato anagrafico reale di persone che ormai nella terza età vivono drammi di solitudine e bisogni.

Una società deve guardare ai bisogni dei fragili dei deboli degli ‘invisibili’, persone che per la loro condizione non riescono più a gridare e chiedere rispetto e aiuto; la politica forse dovrebbe avere delle lenti doppie per guardare con umiltà i problemi reali non perdersi dietro campanilismi e rivincite personali.

Sarebbe forse ora di creare un ‘laboratorio politico di persone di buona volontà, aperte all’ascolto per creare una squadra senza vinti e perdenti, siamo un piccolo paese di gente semplice che ha solo bisogno di essere più solidale vera umile.

Perdendo tutti forse ci guadagna il nostro paese, i tempi sono maturi occorre solo guardarsi allo specchio misurandosi ponendosi una domanda: “Cosa posso fare concretamente per il mio paese”.