Il sindaco è accusato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti in concorso con Ubaldo Valentino, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune e all’obbligo di dimora (prima agli arresti domiciliari), difeso dall’avvocato Siciliano Felice e Vittorio Ranieri.
Inoltre, il Tribunale della libertà sottolinea che gli atti amministrativi contestati sono stati posti in essere dal responsabile dell’ufficio tecnico Ubaldo e non dal sindaco. Il coinvolgimento del primo cittadino è stato ricavato dalle dichiarazioni rese dall’ex assessore che però il collegio reputa inattendibili.
La difesa di Malta, rappresentata dagli avvocati Domenico Cortese e Gianni Caridi, ha inoltre riportato e documentato che l’ex assessore versava in una situazione di conflitto di interessi con il Comune di Olivadi, a causa di un contenzioso pendente fra suo marito e l’ente comunale. Il motivo della lite nasce prima dell’elezioni di Malta, ma il sindaco in Appello avrebbe continuato a difendere la posizione del Comune: “Una circostanza sicuramente idonea a minare la credibilità dell’ex assessore, anche in considerazione del fatto che – per come riferito dallo stesso Malta durante l’interrogatorio – le ragioni della revoca dall’incarico vanno ricercate proprio nella situazione di grave conflitto di interessi creata l’ex assessore a causa del contenzioso portato avanti dal Malta nei confronti di suo marito”.
Il ricorso in Cassazione avanzato dalla Procura: “Il Tribunale del Riesame è incorso in un grave vizio motivazionale: si legge infatti che i gravi indizi di colpevolezza in ordine alla posizione del Sindaco Malta sarebbero stati desunti dalle dichiarazioni rese dall’ex assessore, ritenuta dal Tribunale del Riesame, inattendibile sulla base di argomentazioni carenti e illogiche”, scrive la pm Calcagno nel ricorso in Cassazione per poi evidenziare che a suo dire “l’analisi dell’ordinanza del Riesame lascia la spiacevole sensazione che il Tribunale della Libertà abbia aderito alle argomentazioni difensive pretermettendo completamente la valutazione del materiale probatorio in atti, con il risultato di una motivazione gravemente lacunosa”.
Per la difesa e il Tdl la revoca di Valentino era regolare perché avrebbe portato ad un danno economico per lo stesso responsabile, mentre per la pm “si evidenzia come la revoca della procedura di gara esperita sul Mepa fosse del tutto immotivata e la pretesa mancanza di copertura finanziaria altro non è che una scusa posticcia, priva di qualsivoglia fondamento e credibilità tenuto conto che a distanza di solo un mese quei medesimi lavori venivano affidati in via diretta per lo stesso prezzo alla stessa ditta, quella di Paparazzo, che per prima aveva presentato un preventivo per aggiudicarsi quei medesimi lavori con un affidamento diretto”.
E ancora sulle dichiarazioni dell’ex assessore: “Infatti, dalle intercettazioni, come evidenziato nell’ordinanza cautelare, emergono ulteriori indizi: la conoscenza diretta tra Paparazzo e il sindaco, tanto che il Responsabile dell’Ufficio Tecnico Ubaldo Valentino si rivolgeva al sindaco per avere il contatto telefonico di Paparazzo; la presunta intromissione del sindaco nelle procedure di affidamento degli appalti (non contestate nell’indagine, ndr); le accuse di un terzo soggetto ad Ubaldo che avrebbe dato un appalto per soddisfare la richiesta di Malta”.