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STALETTI’ (CZ) – IN MIGLIAIA PER L’ULTIMA “PARTITA” DI GREGORIO

Celebrati i funerali del 25enne morto in seguito all’incidente stradale sulla Statale 280 a Catanzaro. Don Roberto Corapi: “Sua morte rafforzi nostro credo”

Articolo di Franco POLITO
Foto di Gianni ROMANO

STALETTI’ (CZ)  – 28 APRILE 2017 – E’ proprio vero: spesso la vita finisce dove cominciano alcune avventure dell’esistenza umana.

Quella terrena, la sua “partita terrena”,  Gregorio Vatrella l’ha chiusa da poco sul terreno del “Iiritano  – Grillone”, il campo sportivo dove, giovanissimo, mosse i suoi primi passi da calciatore.

Tra lacrime, commozione e applausi erano in migliaia al suo funerale. Tanta gente mischiata con la mamma, il papà, il fratello, la fidanzata, ai parenti, gli amici, i molti sindaci del comprensorio accanto a quello di casa, gli uomini dello sport e del calcio, le squadre di calcio dello Stalettì e del Montepaone, le ultime in ordine di tempo in cui Gregorio ha militato.

Un messaggio è giunto anche da Roma: porta la firma di Papa Francesco che ha affidato alle benedizione della Madonna la sua anima e il conforto per i familiari.

Gregorio, 25 anni, è morto martedì scorso all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro dopo essere rimasto ferito gravemente nell’incidente stradale avvenuto sei giorni prima all’uscita della galleria Sansinato, in direzione Lamezia Terme. Sul colpo ha perso la vita il 36 enne Umberto Fratto, parrucchiere di Catanzaro. I due erano a bordo di un’Alfa Romeo “Mito”, guidata da G. M., 36enne di Catanzaro, rimasta ferita in maniera non grave.

Di seguito l’omelia del parroco di Stalettì, don Roberto Corapi, che ad inizio messa ha fischiato per Gregorio la “partita del cuore”.

«Il mattino di Pasqua, alle donne che cercavano Gesù, l’Angelo disse: perché cercate tra i morti colui che è vivo , non è qui è Risorto. È risorto dai morti, voi non abbiate paura, non temete, Gesù è Risorto.

Anche io con l’Angelo del Signore, voglio dire a tutti voi, in modo particolare a mamma Raffaella, a papà Antonio, a Giuseppe, a Mariagrazia, Gregorio non è qui, il suo corpo è qui, Gregorio è vivo, la sua anima è viva, Gregorio Risorgerà. Coraggio, non temete, forza Gesù il Risorto, in questo momento di dura, dico dura prova, il Signore, il Vivente è con noi. Si, è con noi, non ci può lasciare soli. Manderà a mamma Raffaella e a papà Antonio, il suo Spirito, non di rassegnazione , no, ma di consolazione. Io oggi chiedo questo per voi, lo Spirito Consolatore, per tutta la famiglia di Gregorio.

Ci dia consolazione e forza il non saperci soli, nel portare il dolore per la morte del nostro caro Gregorio. È un momento difficile perché in questi giorni proprio dal giorno dell’incidente, siamo stati devastati da sentimenti e pensieri contrastanti, dalle inevitabili domande, dubbi. Da quel giorno, noi tutti ci siamo messi a pregare, e continueremo a farlo rimanendo uniti nella fede, lasciando fortificare proprio da quanto Gesù ha detto nel vangelo: Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e abbiate fede in Me. Ed è questo il momento in cui la nostra fede bella e autentica deve farsi preghiera e non deve vacillare mai. La morte di Gregorio ci ha tolto il respiro è vero, tutti eravamo senza parole ma la fede non deve morire.

La convinzione di tutti, una convinzione comune è che un giovane non può e non deve morire. La morte di una persona cara è difficile da accettare ad ogni età. In questi giorni tutti noi dinanzi a questo dolore forte, abbiamo detto : Dio non doveva fare questo. Che cosa ho fatto di male per meritarmi questo dolore. Senza di Lui la mia vita non ha senso. Perché a lui, a 25 anni, nel fiore della vita? Chissà cara Maria Grazia quanti progetti, sogni avete fatto insieme. Quante partite di calcio, nella determinazione, nella gioia, Gregorio da calciatore nello Stalettì e poi nel Montepaone, che oggi è qui con te. Mister Pisano, tu oggi devi essere fiero di aver allenato Gregorio, quanti momenti belli avete trascorso insieme, quante partite, quante urla al n°10, cosi bravo, cosi veloce. Gregorio amava il calcio cosi, come amava la vita. Campione nel campo e fuori, un esempio di correttezza. Io l’ho voluto definire l’Angelo della bontà e della mitezza.

Amava, rispettava tutti ,proprio tutti dello stesso amore. E allora perché, perché Gregorio , questa morte tragica , questa morte che lascia un vuoto in noi? Per esperienza personale so che, immediatamente nessuna risposta a questo o ad altre domande del genere, può essere risolutiva , convincente. Vedete chi è colpito dalla perdita di un giovane, come Gregorio che può essere per lui come un figlio, un fratello, un nipote, un fidanzato, ma anche semplicemente amico, è in genere assolutamente inconsolabile. Certo tutto questo lascerà un segno indelebile per tutta la vita. Mamma Raffaella , questo è il dolore che ha provato e vissuto la Vergine Maria. Papà Antonio, questo è il dolore stesso di Dio. Quel Dio Padre che il Cristo, suo Figlio con la sua vita e soprattutto con la sua morte ci ha rivelato.

Un dolore a pensarci bene, innaturale, perché la natura vuole che muoiano prima i genitori che i figli. Certo anche i figli provano dolore , quando vengono a mancare i genitori, ma è cosi nella natura delle cose. Come parroco, mi sono trovato più volte a celebrare le esequie di una persona giovane morta in modo tragico, o per malattia. Noi oggi siamo in questo stadio, dedicato al grande Gregorio Iiritano, cugino di Gregorio, e poi a Gregorio Grillone. Tanti giovani, ricordiamo Luca , ricordiamo Catia , ricordiamo Francesco Mercurio, in ultimo il piccolissimo di 5 anni Andrea Giangrazi. Sono state per me, le esperienze più intense del mio Sacerdozio. Un compito delicato e arduo, si presenta a chi è chiamato a presiedere queste celebrazioni di esequie. La mia povera persona, e la mia povera esperienza suggerisce questo: in questo momento di buio per Gregorio, possa almeno brillare una pur piccolissima luce di speranza.

Chiedo il dono oggi della Speranza, virtù Teologale che ci fa guardare alla Risurrezione. Speranza e Consolazione per noi, che piangiamo la morte di un giovane che ha saputo fare della sua vita un dono d’amore, con il suo sorriso, con la sua riservatezza , molto riservato, con la sua voglia di giocare , con la sua passione per il lavoro con il suo amore per la famiglia. Troppe volte ve lo ripeto la nostra comunità di Stalettì è stata visitata da dal dolore della morte di un giovane . Qualcuno di voi mi ha detto sembra una maledizione. Ma noi vi prego non dobbiamo pensare questo. Noi dobbiamo essere sempre uomini e donne di speranza , che pregano e non si stancano di pregare. Aggrapparsi sempre di più alla fede, e parlare sempre con Gesù. Anche quando ci vogliamo arrabbiare con Lui.

Fatelo sempre, noi siamo suoi figli. Gregorio, sei stato per questi giovani, ma per tutti, testimone credibile del Vangelo. Mi rivolgo a voi cari giovani, imitate Gregorio, invocatelo nelle necessita, parlate ancora con lui, Gregorio vi ascolterà, imitatelo nella sua semplicità, bontà, entusiasmo e determinazione. Gregorio rimarrà vivo. Gregorio rimarrà sempre con noi, con la sua forza , il suo coraggio , con la sua volontà forte di andare avanti e farsi amicizie vere. Coraggio, oggi Gregorio è qui , nel suo campo. Ho voluto iniziare questa celebrazione col fischio, perché ho dato inizio alla partita, la partita del cielo, tu o Gregorio col n° 10, sarai sempre presente nei nostri cuori giallo verdi i colori della tua squadra che hai amato. Oggi carissimi, a questa partita, ci siamo noi, a segnare sarà il n° 1 con la maglietta del cielo che Gesù ti darà, il numero 1 degli angeli che stanno con Gesù e che ci guardano dal cielo.

Voglio concludere con le parole di Sant’Agostino, che incoraggia con parole di speranza, e vi prego queste parole oggi le dice Gregorio ai suoi cari , e a tutti noi: “La morte non è niente, sono solamente passato dall’altra parte e come fossi nascosto nella stanza accanto . io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è famigliare , parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ti faceva ridere, di quelle piccole cose, che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. PREGA, sorridi, pensami. Il mio nome Gregorio, pronuncialo senza tristezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri, dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vita? Non sono lontano , sono dall’altra parte , proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ma ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami il tuo sorriso è la mia pace”.

Gregorio Arrivederci, ti saluto e Ti benedico nel nome del PADRE e del FIGLIO e dello SPIRITO SANTO. AMEN.»

Il “triplice fischio” del sacerdote ha chiuso la celebrazione. Poi tutti negli “spogliatoi del cuore e dei ricordi”.