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STALETTÌ (CZ) – “A CUNCETTA” RIACCENDE LA SOLIDARIETA’

Alla presenza dei Templari, rievocato il tempo in cui le famiglie più agiate ospitavano i poveri la vigilia dell’Immacolata

di Franco POLITO

STALETTI’ – 8 DICEMBRE 2017 –  Tradizioni senza tempo. Tradizioni che la fede trasforma in collante e riunisce la comunità intorno al suo passato più nobile e al suo vissuto più caratteristico.

E’ grazie all’amore per il suo popolo che il parroco don Roberto Corapi le sta riportando in vita. Ormai conosciuto in tutto il comprensorio per la sua pastorale “in uscita”, innamorato delle memorie, anche quest’anno è riuscito con i suoi giovani a vivere la festa dei rioni come una festa delle famiglie che si ritrovavano la Vigilia dell’Immacolata Concezione attorno alla figura di Maria con il canto della “Cuncetta”, inno a lei dedicato.

In passato la vigilia dell’Immacolata a Stalettì era una serata diversa, di condivisione e di comunione. I poveri venivano accolti nelle famiglie più agiate delle quali condividevano le zeppole e i murineddhi, prodotti della gastronomia natalizia locale, e con le quali trascrorrevano un momenrto di sincera allegria.

Da qui l’idea del giovane parroco, subito messa in atto, e condivisa da tutto il popolo. Coinvolgendo le famiglie, nei rioni sono state imbandite le tavole infarcite di zeppole calde accompagnate di frizzante vino bianco.

Don Roberto, muovendo dalla chiesa con il popolo intonante l’inno alla Madonna al  suono delle zampogne, si è recato nei rioni per il momento di condivisione. Quest’anno ad arricchire la scena, la presenza dei Templari Cattolici d’Italia.

«Tutta questa – ha sottolineato il sacerdote –  è grazia del cielo, grazia di Dio, perché oggi più che mai è difficile stare insieme. Stasera, vogliamo vivere questa vigilia, nella preghiera e nella condivisione, per dimostrare che insieme è bello stare, insieme è bello pregare».

Riferendosi all’iniziativa, don Robeerto ha parlato di una tradizione «che ho voluto riprendere per risvegliare la nostra fede, rievocare i tempi antichi  in cui l’uomo si accontentava di poco, mentre oggi vuole sempre di più, provocando in lui un vuoto di insoddisfazione e di ansia, perché crede di avere tutto, ma in realtà non ha nulla, mentre non ci si accorge che solo Dio basta».