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SQUILLACE, RELAZIONE DI “FINE MANDATO”

Riceviamo e pubblichiamo:

SQUILLACE (CZ) – 9 SETTEMBRE 2018 –  «Ormai alla fine del mio secondo mandato di sindaco, è necessario e doveroso raccontare ai Cittadini di Squillace ciò che non sanno. Ecco perché questo mio scritto troverà la forma della divulgazione capillare allo scopo di consentire ad ognuno di farsi un’idea oggettiva, libera ed indipendente sulle condizioni, trovate e gestite dal sottoscritto e dalla maggioranza, che ho in parte superato, avendo assunto in prima persona anche la delega al bilancio.

Occorre partire dal 2009. Infatti, risalgono a quell’anno le prime delibere della Corte dei Conti di Catanzaro-sezione controllo sugli EE.LL., con le quali veniva segnalato lo sforamento dei parametri di bilancio e la situazione di deficit strutturale (quello che in gergo viene chiamato situazione di “predissesto”) in cui versava l’amministrazione comunale di Squillace pro-tempore (maggioranza arcobaleno).

Persisteva in particolare un deficit di cassa che da quel momento non ha più consentito all’amministrazione di pagare i fornitori, anche di servizi essenziali quali acqua, luce, gas, gli interventi sulle reti fognarie, idriche ed elettriche, in generale le imprese fornitrici di beni e servizi, i professionisti e tanto, tanto altro ancora.

Già nel 2013 l’ufficio finanziario comunicava formalmente alla giunta e alla maggioranza arcobaleno, la difficoltà di pareggiare il bilancio di previsione a causa di un disavanzo di circa € 600.000,00.

Solo grazie al decreto Monti (d.l. 174/2012 conv. in l. 213/2012) – che ha introdotto l’art. 243 bis TUEL e ha attribuito alle amministrazioni in pre-dissesto la possibilità di adottare ed approvare i piani di riequilibrio finanziario – il Comune di Squillace è riuscito temporaneamente ad evitare il dissesto.

Alla data del mio insediamento(2 giugno 2014), ricordo con grande rammarico e vivo dispiacere l’incessante arrivo per fax, per posta, per notifica con l’ufficiale giudiziario, per email, per pec, di una serie interminabile di diffide, intimazioni di pagamento, decreti ingiuntivi, sentenze esecutive, precetti, pignoramenti ecc. a cui non si riusciva a fare fronte in alcun modo. Era difficoltoso persino ricostruire le singole vicende e rispondere per contestare le richieste che venivano fatte al Comune o cercare di guadagnare tempo. Grazie al supporto del mio assessore al contenzioso è stato possibile transigere alcune controversie e realizzare alcuni significativi risparmi su talune procedure già giunte all’esecuzione.

Una delle prime emergenze che ho dovuto affrontare, è stata l’uscita dal mercato di salvaguardia dell’energia elettrica che fino al mio insediamento costringeva i Cittadini di Squillace a sopportare costi triplicati nelle fatture relative ai consumi. Questo è stato un importante successo. Grazie al decreto legge n. 35/2014 (anticipazione di cassa), è stato possibile pagare alcune pendenze all’ultimo fornitore e grazie alla collaborazione del prof. Burgio, dell’Università di Cosenza, è stato possibile aderire ad un nuovo contratto con Omnia energia che ha ridotto notevolmente i costi delle fatture (uscendo definitivamente dal mercato di salvaguardia).

Vorrei ricordare un’altra iniziativa tra i primi atti che ho avuto il coraggio di assumere. Nell’ottica del necessario risparmio ho ridotto al minimo le indennità di posizione organizzativa dei funzionari posti ai vertici delle quattro aree in cui è strutturato il Comune di Squillace: dal massimo di euro 12.911,42annui lordi per tredici mensilità siamo passati al minimo di euro 5.164,57 pro-capite.

Se a ciò si aggiunge che per oltre tre anni il ruolo di responsabile del servizio è stato rivestito da un assessore della mia giunta – facoltà prevista per legge nei Comuni sotto i 5.000 abitanti dall’art. 53, comma 23, della l. n. 388/2000, come novellato dall’art. 29, comma 4, della l. 448/2001 – le cifre del risparmio che ho potuto realizzare per tale via sono state di circa 160.000,00 mila euro.

Sia chiaro: non ho inteso agire contro i singoli funzionari, ma ho ritenuto che in un momento di grave crisi finanziaria quale era quello che stava attraversando la Città di Squillace non fosse giusto mantenere al massimo l’indennità di posizione organizzativa tenuto anche conto dei criteri che il CCNL enti locali detta per la determinazione della relativa misura. 

Successivamente, però, il Responsabile dell’ufficio finanziario del nostro Comune, con nota agli atti, comunicava l’impossibilità di pareggiare il bilancio di previsione 2014, a causa di un disavanzo di € 700.000,00.

A ciò ha fatto seguito la relazione dell’ufficio finanziario e quella del revisore dei conti, con la quale invitavano formalmente alla presentazione in consiglio comunale della dichiarazione di dissesto. 

IL DISSESTO FINANZIARIO

Con delibera del Consiglio comunale n. 31 del 19 settembre 2014 veniva formalmente dichiarato lo stato di dissesto.

Vorrei precisare sul punto alcune cose anche per sgombrare il campo dagli equivoci sollevati ad arte da gente che soffre di imperdonabile ignoranza o che è animata dall’esclusivo fine della mistificazione demagogica.

La dichiarazione di dissesto finanziario nel momento in cui ricorrono le condizioni di legge – quando cioè vi siano le relazioni del responsabile dell’ufficio finanziario e del revisore dei conti che congiuntamente attestino l’impossibilità dell’ente di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero l’esistenza nei confronti dell’ente locale di crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte – è un atto dovuto.

In altri termini, gli amministratori non hanno alcun potere di scelta, alcuna discrezionalità, ma sono tenuti, sono obbligati senz’altro ad adottare la delibera di dissesto. Questa è la situazione nella quale mi sono trovato unitamente ai miei consiglieri nel settembre 2014. È stata una decisione sofferta ma necessaria ed inevitabile. Per non dichiarare il dissesto il Consiglio Comunale avrebbe dovuto commettere un reato di falso in bilancio ed esporsi a responsabilità contabili peraltro nella consapevolezza che una scelta diversa dal dissesto avrebbe costituito un inutile palliativo a fronte di una situazione ormai conclamata.

Considero coloro i quali hanno l’ardire di strumentalizzare tale argomento a soli fini propagandistici ed elettoralistici degli stolti ed immorali che hanno a cuore unicamente la critica infondata dell’avversario.

D’altronde nessun consigliere in carica, o delle passate amministrazioni, ha ritenuto di impugnare la delibera innanzi al TAR per come previsto dalla normativa vigente. Anzi oggi, tranne qualche sprovveduto , in molti ritengono che quella operazione sia stata opportuna ed efficace.

La procedura del dissesto finanziario ha consentito oggi di risanare la Nostra amata Città che può finalmente rivivere una nuova primavera e proiettarsi verso rinnovati orizzonti di crescita e miglioramento.

Solo le agevolazioni concesse per legge all’ente locale che ha dichiarato il dissesto hanno consentito di superare questo difficile impasse. Cito a titolo di esempio: l’abbattimento dei crediti nella misura di circa il 50%, la contrazione del mutuo a tasso agevolato ecc.

È pur vero che anche alcuni creditori locali hanno subito la decurtazione del proprio credito, ma è del pari innegabile che i loro crediti si protraevano inevasi per molti anni (anche dieci per taluno) e le promesse verbali di pagamento di qualche dipendente o di qualche politico non trovavano seguito negli atti amministrativi.

Mi preme allo stesso tempo mettere in chiaro che il prezzo del dissesto è stato minimo: i tributi avevano già raggiunto il massimo della loro aliquota con l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario da parte dell’amministrazione precedente. A tal proposito, vorrei rispondere a quanti mi hanno ingiustamente accusato e mi accusano ancora di aver espresso il mio voto favorevole al piano di riequilibrio che lo rifarei ancora perché sono profondamente convinto che alcune deliberazioni non hanno colore politico e che, sussistendo determinate condizioni, occorre avere il coraggio di approvare determinati atti nell’interesse esclusivo del bene comune.

 

Ho continuato a lavorare alacremente al punto di conquistare risultati importanti quali l’innalzamento della percentuale di riscossione di tributi, anche con un proficuo scambio e collaborazione con la ditta incaricata alla riscossione coattiva dei tributi (Publialifana). Molti storici evasori del Comune di Squillace hanno dovuto fare i conti con la nuova politica di “tolleranza zero” adottata dalla mia amministrazione recuperando così voci ingenti di tributi che per anni erano rimasti non riscossi.

A tal proposito ricordo ancora la famosa e coraggiosa ordinanza di chiusura di un villaggio turistico alberghiero che aveva omesso di versare significative somme a favore del Comune per tributi già scaduti. Ebbene, il polso fermo dimostrato in quell’occasione ha fatto sì che il giorno dopo la notifica della mia ordinanza quel villaggio eseguisse mediante bonifico il pagamento dovuto sanando la pendenza per la fornitura dell’acqua.

Sottolineo che proprio le  strutture turistico-albelghiere hanno accumulato pendenze in precedenza alla mia gestione per circa € 2.000.000,000 (due milioni) , i cui atti per la relativa riscossione sono oggi in mano all’organo straordinario di liquidazione.

Inspiegabilmente , però, all’apertura dell’attività dell’organo straordinario di liquidazione , si sono immessi nella massa passiva creditori per una complessiva somma di oltre € 5.300.000,00 (5,3 milioni).  Se pur il Commissario liquidatore ( dr. Pizzino) abbia riconosciuto parte di questi crediti  e transatto pagamenti al 50%, restano ancora aperti i contenziosi presso i tribunali per quei creditori (imprese e professionisti), esclusi che se pur hanno prodotto un indebito arricchimento dell’ente , gli istruttori del Commissario, non hanno reperito documenti giustificativi quali determine , impegni di spesa e capacità nei quadri economici delle varie opere pubbliche . Resta comunque il fatto che i debiti relativi ad investimenti, non possono essere pagati dalla gestione straordinaria , bensì  da quella ordinaria e cioè dall’amministrazione in carica alla chiusura del dissesto. Infatti molte sentenze prodotte dai giudici , se pur riconoscono i debiti,  prevedono che questi  debbano essere pagati allorquando l’amministrazione tornerà in bonis. Sia chiaro però che ci sono ancora numerose pendenze debitorie che occorrerà gestire.

 Informo ancora che alla data del mio insediamento, sono stati pignorati presso la tesoreria comunale, € 500.000,00 (cinquecentomila) da me pagati con l’avanzo di amministrazione ed inoltre ho dovuto pagare alla ditta Erminio Gallo, per la “modica” cifra di € 120.000,00 (centoventimila) per lavori realizzati al Castello , ed altre transazioni sono state da me definite e saldate  per un importo complessivo di circa € 100.000,00. Non ultimo , nel riequilibro di bilancio, appena bocciato anche dal consigliere Lioi Vincenzo , era inserito il finanziamento di un debito che da € 22.000,00 era stato da me transato a  € 11.000,00 con la ditta ICA per lavori eseguiti al Municipio . Cito il consigliere Lioi in quanto la  giunta di cui lo stesso faceva parte, aveva prodotto la delibera di approvazione dello stato di consistenza dei lavori , con regolare atto d’indirizzo  agli uffici incaricati di pagare, cosa non però avvenuta.

Tutte le transazioni che ho dovuto gestire sono state da me portate avanti in quanto vi erano decreti ingiuntivi resi esecutivi ai quali però l’amministrazione precedente non si era opposta  e l’amministrazione è stata spesso condannata in contumacia.

Con queste difficoltà ho sempre garantito la gestione ordinaria, ma pensate a quanto si sarebbero potuto realizzare se la disponibilità economica fosse stata diversa.

Rappresento ancora ai cittadini che negli ultimi mesi altre pendenze sono emerse , soprattutto in riferimento alla questione del Parco Fluviale ( collegamento borgo – marina attraverso la via dei mulini), dove occorre pagare il saldo di uno stato di avanzamento  dei lavori per circa € 250.000,00 ( duecentocinquantamila) , la restituzione alla Regione di circa € 120.000,00, a cui si aggiungeranno gli oneri per l’eventuale soccombenza nel contenzioso  che la ditta potrebbe avviare  per i danni subiti.  L’opera al momento non  risulta  cantierabile , nonostante una parte dei lavori siano  stati già eseguiti senza che fossero espropriate le aree d’intervento ed allo stato la Regione non ha accettato la proposta di variante formulata dalla direzione dei lavori.

Vi è inoltre la questione relativa al debito con la ditta Gia.Fra per i lavori eseguiti al seminario vescovile per € 360.000,00 ( trecentosessantamila) al di fuori del relativo quadro economico e € 160.000,00 ( centosessantamila ) dei quali, già riconosciuti dalla direzione dei lavori. Il resto sono le riserve della ditta.

Vi è il contenzioso con il comune di Borgia per circa € 90.000,00 ( novantamila) per la gestione comune dell’acquedotto in località Fiasco Baldayia.

Vi è il contenzioso recentissimo, con banca farmafactoring che ha rilevato crediti Enel,  per € 48.000,00 ( quarantottomila ).

Vi è il risarcimento alle ditte espropriate per la realizzazione della scuola materna a Squillace lido, risarcimento che dovrà avvenire secondo il valore di mercato così come recita la recente sentenza del TAR in cui l’ amministrazione è soccombente. Tale sentenza è inappellabile in quanto l’ufficio preposto al momento dell’ esproprio non ha prodotto il decreto di esproprio e il giudice ha ritenuto abusiva l’ occupazione.

E tanto altro ancora che al momento non riporto perché i fascicoli sono sulla scrivania dell’ufficio del Sindaco e che non ho potuto istruire per la fine traumatica della consiliatura .

Posso comunque affermare che ho sempre difeso in giudizio l’ amministrazione comunale con costi sicuramente inferiori a quelli del passato, tra le tante cause cito soprattutto la difesa contro la società SOGEFIL, incaricata alla riscossione coatta fino al 2004 e che ha omesso di versre alle casse comunali somme ingentissime.

Queste pendenze sono al di fuori della massa passiva del dissesto( quindi dovranno essere pagate in seguito).

L’accusa mossa dal Pd di Squillace circa la gestione delle opere pubbliche ereditate, è infondata e pretestuosa e mi sento di  affermare, senza paura di essere smentito, che la chiusura delle stesse in termini amministrativi è difficile ed, al momento, non sono rendicontabili.

 La conferma di quanto detto, si trova nella seguente domanda: perché nonostante il lungo lasso di tempo trascorso dalla conclusione ed inaugurazione in pompa magna dei lavori non sono state chiuse e rendicontate dalla precedente amministrazione?

Nonostante l’ordinario sia andato avanti , anche importanti finanziamenti ho ottenuto .  Cito ad esempio i € 900.000,00 ( novecentomila) per la depurazione ; la cifra di 1.500.00,00 ( un milione e mezzo) per il consolidamento del centro abitato;  la cifra di € 138.000,00 ( centotrenttomila) per la verifica della vulnerabilità sismica dell’edificio scolastico sito in via Damiano Assanti., intervento prioritario per l’ottenimento di successivi finanziamenti .

In questi giorni mi stavo adoperando ad ottenere l’autorizzazione sanitaria per l’apertura dell’asilo nido a Squillace Lido e per il cui ottenimento stava cercando la somma di 20.000,00 ( ventimila) necessari per lavori aggiuntivi relativi alla sicurezza.

Stavo arrivando alla definizione dei lavori del campo sportivo di Squillace Lido , dopo avere pagato sotto l’attuale consiliatura gli espropri ( non pagati dai precedenti amministratori) per

 € 250.000,00 duecentocinquantamila , di cui 70.000,00 pagati dal Commissario e la restante quota a carico della mia gestione.

Stavo anche lavorando con impegno alla realizzazione del nuovo cimitero, avendo già assicurato con operazione di bilancio i relativi fondi.

PSA (Piano Strutturale Associato)

Tra le tante problematiche di tipo finanziario a cui ho dovuto fare fronte , emblematica quella relativa al PSA( ex Piano regolatore generale) che l’amministrazione Arcobaleno ha deciso di avviare in forma associata con il comune di Staletti, soggetto capofila. Orbene, al mio insediamento, non risultava  in bilancio la compartecipazione economica per un ammontare di € 48.000,00. Per poter proseguire la progettazione, così come da precise disposizioni e vincoli regionali, ho dovuto pertanto finanziare con fondi del mio bilancio , la somma riportata, operazione resa possibile da economie di spesa determinate dalla mia amministrazione.

Altri € 12.000,00 , con medesimo impegno di gestione oculata delle economie da me prodotte,   li ho dovuti impegnare per co-finanziare il progetto della rete museale in forma associata con i comuni di Staletti e Montauro, impegno che doveva essere assolto dalla precedente amministrazione . I citati comuni limitrofi solo dopo reiterate  diffide hanno assolto parzialmente e con pesanti ritardi, ai loro impegni di cofinanziamento del progetto. Tale comportamento ha prodotto un danno notevole consistito nella ritardata rendicontazione all’ente finanziatore

 ( Regione Calabria), che ha operato un taglio consistente nel finanziamento iniziale.

Da quanto finora esposto, si evince senza ombra di smentita, quanti buchi è stato necessario coprire e quante difficoltà sono state gestite per garantire la spesa ordinaria.

 Altri resoconti sulla gestione amministrativa saranno resi pubblici successivamente, alla cittadinanza perché ci sia la giusta e corretta informazione sulla gestione del bene pubblico.

Pasquale Muccari, ex sindaco di Squillace