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SQUILLACE, ANALISI DEL PASSATO E PROSPETTIVE FUTURE

Ex consiglieri di minoranza hanno incontrato i cittadini per informarli su quattro anni di consiliatura guardando alle prossime elezioni comunali

Articolo e immagine di Franco POLITO

SQUILLACE (CZ) –  16 SETTEMBRE 2018 – Autocelebrazione? Assolutamente no. Mera demagogia? Men che meno.

Solo il desiderio e il dovere di informare su quanto fatto in quattro anni di consiliatura con lo sguardo rivolto alle prossime elezioni comunali.

A poche settimane dal no in consiglio comunale al riequilibrio di bilancio che ha posto fine all’amministrazione del sindaco Pasquale Muccari decretando il commissarimento dell’ente, il blocco minoranza torna a farsi sentire.

Ieri pomeriggio nella sala conferenza del Palazzo delle Culture al tavolo dei relatori c’erano Franco Scicchitano e Aldo Zofrea (Riviviamo Squillace), Ruggiero Mauro (Aria Nuova) e gli indipendenti Enzo Lioi e Domenico Passafaro, nel 2014 eletti con la maggioranza ma poi andati a rinforzare le fila minoritarie.

E le critiche  (spietate e senza sconti) all’indirizzo di Muccari e della sua Giunta sono scivolate via come un fiume in piena. Scicchitano punta il dito contro il «muro di gomma eretto dalla ex maggioranza incapace di instaurare una collaborazione fruttuosa e costruttiva per la comunità».

Impermeabilità alle sollecitazioni provenienti dalla minoranza tradottasi, tra le altre cose, nel “no” a costituire commissioni consiliari (ad eccezione di quella sulla Bucalossi pur riguardando la richiesta un organo sui tributi), a  modificare il Regolamento sulla tassa di soggiorno o la tassa sui rifiuti.

Un quadriennio vissuto intensamente ha fatto intendere Scicchitano, alternato tra la ininterrotta presenza a 44 consigli comunali e a barcamenarsi tra ingiustificata incompleta documentazione, interpellanze, sollecitazioni al prefetto sulla contabilità, alcuni “sì” e diversi “no”.

«In senso affermativo – ha ricordato –  ci siamo espressi per il bando sui rifiuti perché andava bene e ci sembrava adatto alla differenziata. Ma anche per il baratto amministrativo e per la sinergia sovra istituzionale. Al contrario abbiamo detto no al dissesto finanziario e ai bilanci, proponendone le forma partecipata per coinvolgere maggiormente i cittadini nella gestione della cosa pubblica».

Quattro anni che ora chiamano il prossimo, quando si tornerà alle urne. Scicchitano è chiaro: «L’esperienza di “Riviviamo Squillace” è conclusa. La lista non si rifarà ed io non mi candiderò anche se conto di sostenere, mettendoci la faccia, un nuovo progetto fatto di giovani volenterosi e competenti, capace di dialogare con la gente, che anteponga le idee agli uomini, Chi vuole aderire deve prima conoscerle e condividerle».

Non sarà della contesa nemmeno Domenico  Passafaro. Per la sua avventura, iniziata come assessore ai Lavori Pubblici, lo spartiacque porta la data del 10 ottobre 2015. La lettera con cui il presidente del consiglio comunale lo accusò di giustizialismo è (ancora) un colpo al cuore.

Rimproveri respinti al mittente e “fuga” con la minoranza. «Non ho potuto tollerare che il gruppo criticasse il mio operato – sottolinea mostrando il corposo faldone delle cose proposte –  dopo avere sacrificato per oltre un anno famiglia e professione».

Non tutto è da buttare, però. Al contrario considera l’esperienza come una palestra di vita e di competenza che consiglia a tutti. «Io addirittura la renderei obbligatoria, ma per me finisce qui», conclude Passafaro.

Il  suo dire pacato cede il posto alla maggiore verve di  Lioi.  Che ricorda il «meschino gioco di palazzo con cui Muccari mi ha estromesso dalla Giunta». Quasi 200 voti nel 2014 hanno fatto la differenza a vantaggio della lista “muccariana”.

Tuttavia è stato estromesso dall’Esecutivo. Così il taglio netto con la maggioranza per andarsi a sedere sui banchi dirimpettai. Da lì ha sempre contestato e contrastato il dissesto finanziario.

«Almeno un tentativo per provare il riequilibrio bisognava farlo – ripete – ma la verità è che Muccari, buttando fumo negli occhi dei cittadini, ha usato il dissesto per parare la sua incapacità politico  – amministrativa. A chi gli prospettava un problema ha sempre risposto: “Non ci sono soldi”». Tradotto, in eredità dalla sua amministrazione Squillace non ha ricevuto nulla.

Mauro riparte da questo concetto rafforzandolo. «Muccari è uscito di scena – afferma  – non per loschi giochi ma perché non ha mantenuto gli impegni assunti con il programma elettorale e per implosione, avendo perso per strada pezzi da novanta, cominciando da Passafaro, passando per Lioi fino alla recentissima revoca dell’assessorato a Giusy Ciciarello».

Mauro parla di tattica autolesionista dell’ex sindaco.

Poi con rammarico rammenta la vicenda della sua incompatibilità per morosità incolpevole «strumentalizzata  – dice –  per cercare di ricattarmi con bassezze  personalistiche a cui non si è mai assistito nella gloriosa storia di Squillace».

Esortando i giovani dal rifuggire da simili esempi, si tira fuori dalla prossima competizione pur «rimanendo vicino all’evoluzione che seguirà mi auguro nel segno di un’unitaria direzione fatta di passione e voglia di costruire un futuro degno della nostra città».

Finisce qua con molti sassolini nella scarpa in meno e la certezza della necessità di voltare pagina.

Un’altro capitolo di storia locale attende di essere scritto.