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SQUILLACE, AL VIA PROCESSO BEATIFICAZIONE CASSIODORO

Procedura verrà aperta da monsignor Bertolone lunedì prossimo

di Fra. POL. 

SQUILLACE (CZ) –  22 GENNAIO 2020 –  E venne l’ora.

Lunedì prossimo, 27 gennaio, monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo della diocesi metropolitana di Catanzaro – Squillace, darà l’avvio al processo di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio di Magno Flavio Aurelio Cassiodoro.

Lo farà alle ore 11 nella  sala convegni dell’archivio storico diocesano a Squillace antica.

Dell’evento (ma si era in attesa dell’ufficialità) il presule ne aveva dato  annuncio lo scorso 16 gennaio in occasione della festa della Traslazione delle ossa di Sant’Agazio, patrono della città e compatrono della diocesi.

 Già nel febbraio del 2013,
la Conferenza Episcopale Calabra aveva espresso il parere favorevole per la richiesta alla Santa Sede di aprire il processo di beatificazione. In seguito, dal 2011, lo stesso Mons. Bertolone si era messo in opera, con il conforto di storici e studiosi, per predisporre il tribunale ecclesiastico che avrebbe dovuto curare la causa.

Ciò seguiva l’iniziativa del predecessore Mons. Antonio Ciliberti che nel 2008 aveva dato l’avvio al processo canonico diocesano per il riconoscimento del culto riservato da secoli a Cassiodoro nella sua Squillace.

Papa Benedetto XVI, durante una udienza generale così si era pronunciato: “Cassiodoro, un calabrese nato a Squillace verso il 485, fu un uomo di alto livello sociale, si dedicò alla vita politica e all’impegno culturale come pochi altri nell’occidente romano del suo tempo. Collaborò generosamente, e ai livelli più alti della responsabilità politica, con i popoli nuovi che avevano attraversato i confini dell’Impero e si erano stanziati in Italia.

Fu modello di incontro culturale, di dialogo, di riconciliazione. Fondò Vivarium, un cenobio in cui tutto era organizzato in modo tale che fosse stimato come preziosissimo e irrinunciabile il lavoro intellettuale dei monaci”. Ed è in questo clima che a Squillace, Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore stabilì la sua sede monastica dopo aver abbandonato gli uffici politici della Corte gotica di Ravenna.

Circa il suo curriculum vitae, molti storici, e tra i tanti Marafioti e Barrio, “lo vogliono Monaco ed Abate Benedettino nel monastero sorto in Ravenna” e per altri ricercatori invece sarebbe stato un frate carmelitano e per P. Fiore agostiniano per “essere egli stato grandemente devoto del P. S. Agostino, come si cava dalle sue opere; l’avere altresì avuta stretta familiarità con un dotto e venerabile Abate Africano, chiamato Pietro”.

Cassiodoro discendente da nobile famiglia di origine siriana, comunque non fu soltanto uno zelante monaco, ma anche dotto uomo di lettere e maestro di filosofia assegnato a Teodorico il quale poi lo volle alla sua corte come cancelliere, segretario, senatore, console ordinario, questore del Palazzo imperiale e prefetto anche sotto gli altri re goti Alarico, Amalasunta, Teodato e Vitige.

Dopo questi prestigiosi incarichi, sicuramente avvilito dalla politica altamente violenta dei Goti, Cassiodoro si ritirò nella sua terra nativa, attorno al 540, dove concretizzò un suo progetto, inutilmente proposto al papa Agapito per la città di Roma: fondare un centro di studi superiori.
Così arrivato a Squillace fece edificare due cenobi: il “Vivariense” sulla costa lungo il torrente Pel lena ed il “Castellense” in collina in prossimità del centro abitato.

Nella loro quiete, Cassiodoro si arricchì di tanta spiritualità da essere ricordato, fino a noi, come Beato e Santo.

Infine, leggiamo, sempre da Padre Fiore, che Cassiodoro “consumato finalmente dalle fatiche sì corporali nella dettatura da tanti libri, come spirituali dall’astinenza, vigilie ed orazioni, in età assai decrepita di anni 94 o 97, riposò felicemente nel Signore”.

 bInsomma, per dirla con le parole di Mons. Bertolone, “ è giusto che questo grande studioso, a cui l’Europa deve tanto, sia considerato a pieno titolo un uomo della Chiesa, la cui opera e la cui santità sono ancora molto sentite non soltanto in Calabria. A questo punto non c’è che da attendere fiduciosi.