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SPIRITUALITÀ, RIFLESSIONE E TRADIZIONI: AMARONI INAUGURA L’ANNO DI SAN GIUSEPPE

Oggi alle ore 17 con una celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Roberto Corapi. In chiesa arderà un’ antichissima lampada realizzata nell’8oo dal maestro Michelangelo Drosi

 di Franco POLITO

AMARONI (CZ) –  20 GENNAIO 2021 –   Giornata di profonda spiritualità, riflessione e riscoperta delle tradizioni.

 In una cornice dalle variegate cromature la parrocchia di Santa Barbara Vergine e Martire di Amaroni inaugura l’Anno Giuseppino (Anno di San Giuseppe) indetto da Papa Francesco lo scorso 8 dicembre nella ricorrenza dei 150 anni della proclamazione del padre di Gesù a patrono della Chiesa.

L’Anno Giuseppino terminerà l’8 dicembre 202. Fino a quella data sarà concessa l’indulgenza plenaria ai fedeli che pregano lo sposo di Maria

 Appuntamento alle ore 17.00 con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Roberto Corapi.

 Sarà esposta in chiesa un’antichissima statua di San Giuseppe risalente all’800,  realizzata da uno dei maggiori scultori italiani, l’artista e maestro di Satriano Michelangelo Drosi.

L’effige è impreziosita da una lampada che arderà notte e giorno: la lampada di San Giuseppe.

 «Fin d’ora – sottolinea don Roberto –  ringrazio tutti voi che appartenete alla comunità bella e dolce di Amaroni.

 Naturalmente vi raccomando che si rispettino le norme anti-COVID con la capienza in chiesa di 70 persone.

 Si potrà seguire anche con gli altoparlanti all’esterno e con la diretta sulla pagina Facebook della parrocchia.

 Purtroppo dobbiamo vivere questo momento di prova con attenzione e prudenza.

 Coraggio e abbiate fede in Dio».

 Nella Lettera Apostolica “Patris corde – Con cuore di Padre che accompagna il Decreto di indizione dell’Anno Giuseppino, Papa Francesco evidenzia che San Giuseppe ha espresso concretamente la sua paternità “nell’aver fatto della sua vita un’oblazione di sé nell’amore posto a servizio del Messia”.

E per questo suo ruolo di “cerniera che unisce l’Antico e Nuovo Testamento”, egli “è sempre stato molto amato dal popolo cristiano”.

In lui, “Gesù ha visto la tenerezza di Dio”, quella che “ci fa accogliere la nostra debolezza”, perché “è attraverso e nonostante la nostra debolezza” che si realizza la maggior parte dei disegni divini.