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SOVERATO, AL TEATRO DEL GRILLO IL “NON DETTO” DI “PREZIOSA” CONQUISTA IL PUBBLICO

Ilarità e drammaticità nello spettacolo che mette a fuoco il talento mozzafiato di Francesca Inaudi

di REDAZIONE

SOVERATO (CZ) –  30 GENNAIO 2019 –  Un testo incentrato su temi che spesso, inconsapevolmente, appartengono al nostro vivere, firmato da Maria Teresa Venditti. 

La regia è di Luca De Bei, uno dei più importanti drammaturghi e registi del teatro contemporaneo. Soprattutto c’è il talento mozzafiato di Francesca Inaudi, interprete di “Preziosa” attraverso cui ripercorre le tappe fondamentali della sua complicata esistenza – dalla prima infanzia all’età adulta – caratterizzata da un’estrema sensibilità che la porta a tentare il suicidio per ben tre volte: la prima gettandosi dal seggiolone all’età di 3 anni, a 11 anni cercando di soffocare con delle Big Babol e a 15 tagliandosi le vene.

Sul palco un’altalena, un pallone, una panca e un parallelepipedo alto almeno due metri la cui sommità è raggiunta dall’attrice mediante una ripida scala. Per evidenziare la profonda concentrazione di cui è capace. Anche quando rischia di cadere (non per finzione), la sua attenzione non ne risente minimamente.

La recitazione tiene in pugno il pubblico del Teatro del Grillo suscitando reazioni di ilarità alternate a drammaticità. Il monologo si avvale, infatti, di un registro brillante che riesce a coniugare la vena ironica e pungente a una ricerca di significati più profondi, in cui il “non detto” che ne emerge, è di per sé profondamente drammatico mettendo a nudo la sua natura di attrice sensibile ed empatica.

“Preziosa” porta in scena il percorso di crescita e di acquisizione di consapevolezza di una giovane donna. Racconta di una fanciullezza segnata dai litigi e la separazione dei genitori.

Di un’adolescenza spesa correndo dietro ai ragazzi sbagliati, della perdita della migliore amica, della difficoltà del rapporto uomo-donna, dell’esperienza di psicoterapia, ma soprattutto dell’incapacità di chiedere aiuto. E nonostante gli stravaganti tentativi di suicidio, la ragazza si trasforma in una donna matura, combattiva e intenzionata a non lasciarsi dominare dalle paure, piccole o grandi che siano.

Tassello dopo tassello si delinea il mosaico, vale a dire la figura di Preziosa, determinata a lasciarsi alle spalle quella condizione di distruzione, di paura che ti costringe ad abbassare la testa e soccombere, mentre basterebbe semplicemente avere il coraggio di chiedere aiuto per essere salvati. Da qui, per Preziosa, inizia il viaggio verso una nuova Vita che prende per mano, aiutandola a crescere, allontanandosi, forse per sempre, dalle sue massacranti paure.

Un inno alla vita, potremmo definirlo, che ha catturato fin dalla prima battuta il pubblico del Grillo, generoso di applausi, anche a scena aperta nello spettacolo delle 17. Un pubblico colto, raffinato e competente rapito dall’eccellenza interpretativa di Francesca Inaudi, la cui storia ha origine dal palcoscenico. Quello con la P maiuscola del “Piccolo” di Strehler e Ronconi.