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SICUREZZA SUL LAVORO, D’ETTORE (CI): «SERVE UN PATTO CON LE IMPRESE»

Il coordinatore regionale per la Calabria: “In Italia manca una compiutezza normativa, no agli impegni generici, sì a regole vere e concrete”

di REDAZIONE 

CATANZARO –  23 DICEMBRE 2021 –  «L’Italia è  indietro di molti anni».

Lo ha detto, ieri, l’onorevole e coordinatore regionale per la Calabria di ‘Coraggio Italia’ Felice Maurizio D’Ettore intervenendo in Parlamento a margine dell’Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

«Da gennaio a ottobre 2021 – ha aggiunto D’Ettore –  sono calcolati 1017 morti sui luoghi di lavoro. Una cifra tragica, che fa paura e che ci induce a mettere a tacere il momento dei proclami e della retorica ma non deve esimerci dal sottolineare che il nostro Paese è in ritardo e deve fornire risposte chiare e celeri su una questione e un tema di civiltà».

D’Ettore ha anche sottolineato che «ricordare i morti è dovuto e molto doloroso, ma ricordarli significa, in particolare, assunzione immediata di impegni del Parlamento e del Governo.

In Italia siamo ancora carenti di uno Statuto sulla sicurezza complessiva del lavoro. Abbiamo solo una produzione normativa complessa che si affastella di momento in momento.

Bene ha fatto il ministro a richiamare i principi costituzionali di tutela della salute e della personalità umana, ma non basta perché non si traducono  in norme concrete di prevenzione e sicurezza».

Da qui la proposta. «Ci vuole  – ha suggerito D’Ettore – un Patto con le imprese, con tutte le organizzazioni dei lavoratori  e delle imprese che si fondi su valori condivisi da recepire in norme  concrete. Ecco perché diciamo “no” ai meri  impegni che restano lettera morta e non trovano attuazione».

D’Ettore ha ribadito l’assenza di norme vere. «Siamo ancora all’articolo  2087 del codice Civile. Sicuramente una norma importante e significativa, che ha fatto da guida e da cui si è dipanata anche una giurisprudenza creativa che ha ordinato il sistema; –  ma non basta.

Sento, tuttavia, di esprimere fiducia agli accenni propositivi del Ministro ed a spunti che devono trovare specifica diciplina da affiancare alla riforma dell’apparato repressivo.

Chi vuole accedere ai benefici dei Bonus deve assumere l’impegno di garantire la massima sicurezza sui posti di lavoro perché l’investimento sul lavoro deve trasformarsi in investimento di impresa.

 E molte imprese sono pronte e rispettano le regole ma richiedono un quadro normativo chiaro e di pronta applicazione ed incentivi fiscali rispetto ai costi che devono assumere anche per la sicurezza e la prevenzione di rischi».

Poi ha concluso invitando il ministro e il Governo a rafforzare l’interlocuzione sulla materia con il Parlamento «perché è il momento del fare,  indipendentemente da quale parte guarda il ministro quando espone in aula, l’importante è che guardi agli interessi del Paese e dei lavoratori».