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SEQUESTRO MILIONARIO A ‘NDRINE DEL CATANZARESE, NOMI E DETTAGLI


Sigilli della Gdf a beni per 14 milioni di beni: anche appartamenti e lussuosa villa a Lamezia. Coinvolto esponente della politica

di REDAZIONE 

PRESERRE (CZ) – 17 OTTOBRE 2018 – Trentaquattro fabbricati, nove attività imprenditoriali, sedici appartamenti, due ville lussuose, quaranta terreni e ventidue veicoli, questi alcuni dei beni sottoposti a sequestro dai finanzieri del comando provinciale Catanzaro, coordinati dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dai procuratori aggiunti, Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla, e dai sostituti procuratori, Camillo Falvo, Elio Romano e Pasquale Mandolfino, che hanno dato esecuzione, con il supporto del servizio centrale investigazione criminalità organizzata (S.c.i.c.o.) di Roma, a 6 distinti provvedimenti di sequestro di beni per un valore di oltre 14 milioni di euro, emessi dal tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale.

Le misure patrimoniali hanno riguardato complessivamente sedici tra esponenti di spicco organici e soggetti contigui alle cosche di ‘ndrangheta dei “Cerra-Torcasio-Gualtieri” e dei “Giampà” di Lamezia Terme, “Gallace-Gallelli” di Guardavalle, “Anello” di Filadelfia e nei confronti di un soggetto di Amantea condannato per scambio elettorale politico-mafioso.

In particolare, i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria/Gico di Catanzaro hanno eseguito quattro distinti provvedimenti riguardanti: Franco La Rupa  di Amantea, politico locale. Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori delle fiamme gialle hanno consentito di ricostruire in capo un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Tra i beni in sequestro figura il 50% della struttura immobiliare in precedenza adibita alla casa di cura “Papa Giovanni XXIII” di Serra d’Aiello. Il provvedimento di sequestro ha riguardato anche una lussuosa villa ubicata ad Amantea, un bar situato anch’esso ad Amantea nei pressi del polo scolastico, un’azienda agricola con sede a Cleto, undici fabbricati dislocati ad Amantea ed altri due a Cleto, trentadue terreni agricoli tutti siti nel comprensorio di Cleto, tre autoveicoli di cui uno di lusso, due polizze assicurative e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato in oltre nove milioni di euro.

Beni per oltre un milione e mezzo di euro sequestrati a Lamezia

Luigi Trovato, ritenuto contiguo alla cosca di ‘ndrangheta Giampà di Lamezia. Le attività svolte dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria hanno permesso di ricostruire un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Il provvedimento di sequestro ha riguardato complessivamente diciassette fabbricati ubicati a Lamezia), tre fabbricati a Pianopoli, quattro terreni siti a Lamezia, un terreno sito a Pianopoli, un bar ubicato in una zona centrale di Lamezia, tre società con sede a Lamezia operanti nel settore delle auto, e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato superiore a un milione e mezzo di euro.

Sempre nell’ambito dell’azione svolta dalla Procura della Repubblica – Dda di Catanzaro di aggressione ai beni dei soggetti legati alla criminalità organizzata, i finanzieri del gruppo di Lamezia Terme hanno, inoltre, eseguito due provvedimenti di prevenzione riguardanti complessivamente 13 tra capi ed esponenti di spicco della cosca “Cerra – Torcasio – Gualtieri” e, specificatamente, nei confronti dei capi storici Nino Cerra e Teresina Cerra, condannati in via definitiva per art. 416 bis ed altro a seguito dell’Operazione Chimera, oltre che dei loro figli e nipoti, gran parte dei quali parimenti condannati in via definitiva nella medesima operazione, e coinvolti nella successiva ‘Operazione Crisalide’.

Il sequestro disposto dal tribunale di Catanzaro è giunto al termine di complesse ed articolate indagini di polizia economico-finanziaria, istituzionalmente svolte dalla guardia di finanza. I mirati accertamenti patrimoniali e reddituali delle fiamme gialle hanno dimostrato la netta sproporzione dei beni sequestrati rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dagli indiziati, ricostruito dal 1979.

Domenico Origlia di Guardavalle e Francesco Mallamace di Vibo Valentia. Le indagini patrimoniali condotte dai finanzieri del G.i.c.o. del nucleo di polizia economico-finanziaria hanno consentito di ricostruire in capo ai proposti un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. I provvedimenti di sequestro hanno riguardato complessivamente un fabbricato ubicato a Guardavalle, una ditta operante nel settore dei legnami con sede a Sant’Onofrio e con unità locale in Val di Chiana, 5 automezzi e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato superiore a un milione di euro.

I beni posti in sequestro, del valore di oltre due milioni e mezzo di euro, sono costituiti da:  15 appartamenti e una lussuosa villa con piscina a Lamezia Terme;  un appartamento ubicato nella provincia di Firenze;  3 terreni agricoli, di cui 2 coltivati a vigneto;  intero compendio aziendale di un’attività commerciale di abbigliamento, con sede nella provincia di Firenze;  intero compendio compendio aziendale di un’attività commerciale di prodotti latteari a Lamezia Terme;  intero compendio aziendale di un’attività imprenditoriale a Lamezia Terme nel settore del movimento terra; – quote di una società operante nel settore dei “call center”; quattordici autoveicoli (10 autovetture e 4 motocicli); un acquascooter.

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