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SANT’AGAZIO, A SQUILLACE UNA FESTA PATRONALE “A METÀ”

Emergenza sanitaria ha cancellato le iniziative civili. Solo le funzioni religiose senza fedeli. Sarà possibile seguirle in diretta streaming su Facebook

di Franco POLITO

SQUILLACE (CZ) –  30 APRILE 2020 – Sicuramente una festa diversa, una novena (iniziata martedì scorso) diversa, un’atmosfera diversa.

Un “tutto” diverso. Un tutto “a metà”. Ma non sarà di certo il virus a smorzare l’entusiasmo spirituale che Squillace nutre per il suo patrono Sant’Agazio.

In programma il prossimo 7 maggio, quest’anno la Festa del Martirio (quella della Traslazione delle Ossa si celebra il 16 gennaio), stoppata dalle restrizioni anti contagio nei suoi aspetti civilistico – esteriori, vivrà “solo” di pathos religioso.

«Impediti dalle necessità di emergenza sanitaria che ben conosciamo – fa sapere il parroco don Enzo Iezzi – occorre comunicarvi che per Sant’ Agazio i festeggiamenti civili non potranno aver luogo.

Pertanto, la festa in onore del nostro Santo Patrono, di cui ancor più invochiamo la protezione, si svolgerà solo ed esclusivamente a livello religioso».

Si sperava che le cose potessero cambiare dal 4 maggio in poi con la “Fase 2” dell’emergenza improntata al ritorno delle messe con i fedeli.

«In base alle nuove disposizioni che ci sarebbero state date, ci saremmo comportati di conseguenza» ha ripetuto don Enzo fino al discorso dell’altra sera del premier Giuseppe Conte.

Si sperava nel miracolo e in un cambio di rotta a favore della chiesa.

Invece (con buona pace dei vescovi che non hanno esitato a manifestare il loro malumore) ad eccezione dei funerali consentiti a un massimo di 15 persone, per le altre funzioni religiose occorrerà attendere.

Ecco perché la “vicinanza” spirituale al Patrono e compatrono della diocesi catanzarese sarà accompagnata anche dalla presenza social.

Le funzioni, infatti, verranno trasmesse in diretta streaming dalla basilica sulla pagina Facebook della “Comunità Ecclesiale Squillace”.

«Dovremo vivere il tutto in modo diverso rispetto agli altri anni  – conclude don Enzo –  ma, come tutti sappiamo, quello che conta è la preghiera, perché solo cosi possiamo sentirci veramente uniti e vicini».