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SANITÀ, GLI EFFETTI DEL DECRETO CALABRIA

Azzerati provvedimenti con cui il governatore Mario Oliverio aveva recentemente nominato i commissari per guidare Asp e ospedali

Fonte: ILVIZZARRO.IT

PRESERRE (CZ) –  5 MAGGIO 2019 –  È entrato ufficialmente in vigore il “decreto Calabria” (Dl 30 aprile 2019, n. 35) varato durante il Consiglio dei ministri tenutosi a Reggio Calabria il 19 aprile scorso. Dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è infatti arrivata anche la pubblicazione in Gazzetta ufficiale per il provvedimento straordinario voluto dal governo gialloverde per la sanità calabrese.

Un decreto che va subito ad azzerare le recenti decisioni della Giunta regionale guidata dal presidente Mario Oliverio che, nel gennaio scorso, aveva provveduto a una nuova infornata di nomine per i commissari che guidano le Aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.

Un’infornata che aveva portato alla riconferma di Angela Caligiuri al vertice dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo e che ora è di fatto azzerata dall’entrata in vigore del decreto.

L’articolo 3 del provvedimento prevede infatti che «quando risulti nominato dalla Regione, in luogo del direttore generale, un commissario regionale che, a qualsiasi titolo, ne svolge le funzioni, questi decade alla data di entrata in vigore del presente decreto».

Nel resto della Calabria erano arrivate invece le nomine di Giuseppe Fico all’Azienda sanitaria Catanzaro, Antonello Graziano a quella di Crotone, Raffaele Mauro a quella di Cosenza, Caterina De Filippo all’Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro, Achille Gentile all’Azienda ospedaliera Annunziata di Cosenza e Vittorio Preianò all’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria.

Per la sanità calabrese è insomma l’anno zero: decadono tutti i manager nominati dalla giunta Oliverio, con l’eccezione rappresentata dall’unico dg attualmente in carica, Giuseppe Panella, che è al vertice dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.

Intanto, però, è già in atto da settimane lo scontro istituzionale tra il governo e la Regione, con il governatore Oliverio che ha già manifestato la volontà di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il decreto Calabria.