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SANITÀ, A PROPOSITO DI 118 A CATANZARO

Riceviamo e pubblichiamo:

CATANZARO –  11 LUGLIO 2022 –  È da mesi che si parla di carenze di personale sanitario sulle ambulanze del 118 del catanzarese, e la situazione, non tende a migliorare. Sono diverse le postazioni nei vari distretti oramai demedicalizzate, in un territorio lasciato completamente allo sbando, troviamo un’assistenza sanitaria che fa acqua da tutte le parti. Vietato accusare malori in taluni posti,o nella migliore delle ipotesi, in alcuni territori ed in determinate fasce orarie.

Ma di chi sono le responsabilità, se ce ne sono? Ci si trincera dietro la famigerata pandemia da COVIDo dietro la miope scelta dei governanti di continuare con il famoso numero chiuso nelle facoltà di medicina.

Quindi questo stillicidio di personale a cosa può essere attribuito? Ad esempio, riavvolgendo il nastro del tempo, ci si imbatte in un qualcosa di curioso. Nel mese di novembre 2019 (di Covid non se ne parlava) quando l’ASP di Catanzaro approntando un piano di risanamento decise di togliere ai medici del 118 una indennità, quella dei servizi aggiuntivi pari a €5.50 orarie. – È dal 2017 che tale indennità è in discussione sui tavoli di lavoro fra sindacati e regione.

Fino a quel momento, nessuno aveva ancora deciso se fosse legittimo o meno intervenire per la revoca. Oltre alla revoca, essendo tale indennità istituita nel 1998, si è richiesto la restituzione di quanto già rimborsato.Il tutto in comode rate, a cadenza mensile, quasi si trattasse della televendita dei materassi con il solito pentolame in omaggio. E quindi, tutti questi medici, si sono improvvisamente ritrovati, chi più chi meno, con un debito verso la Regione di cifre che mediamente si aggiravano intorno agli 80.000€.

Qualcuno, facendo spallucce, e con un elevato senso di servizio, è rimasto egualmente, con uno stipendio ridotto. La maggior parte si è invece divincolata, per due ordini di motivi: la prima è che licenziandosi dall’ASP, questa non poteva più trattenere dai loro stipendi la quota da restituire, la seconda lo stipendio all’osso.

Morale della favola, prima ancora della pandemia, il sistema 118 veniva ridotto al lumicino.

Scatta poi la fase emergenziale, e qui poi assistiamo al paradosso. Chi prima era uscito dalla porta, con i nuovi contratti emergenziali, rientrava dalla finestra e si assisteva a scene surreali. Da una parte i medici rimasti che percepivano stipendi da fame, dall’altra, medici che con lo stesso monte orario percepivano, con stime per difetto, almeno 4 volte di più “Un medico neolaureato che guadagna quattro volte tanto quanto un medico che di anni sulle ambulanze ne ha passati almeno 20”. 

Vorremmo tanto conoscere i costi di tutta questa operazione, mettendo da un lato quanto l’ASP abbia risparmiato togliendo l’indennità, e dall’altro, quanto ha speso per correre ai ripari di questo marchiano errore. Anche perche poi, a quanto pare, esiste già una sentenza di qualche mese fa del tribunale di Lamezia, che avversa le decisioni dell’ASP. Ma bastava andare sempre a ritroso con la macchina del tempo e trovarne una identica datata agosto 2020 del tribunale di Avellino.

Indubbiamente il proseguo così rovinoso del 118, non ha solo questa concausa, di sicuro anche una gestione approssimativa delle ASP ed una gestione a livello Regione insufficiente hanno portato a questo stato di cose. Ma la Sanità, non è solo il SUEM 118, ma ha tanti altri aspetti che presentano gravi lacune, ad esempio il Pronto Soccorso, che ha tempi esagerati, ma di questo ne riparleremo.

Chiediamo quindi al Presidente della Regione Occhiuto, all’Assessorato Regionale alla Sanità ed alle ASP una attenzione particolare ed efficace del grave problema da noi qui evidenziato. Di sicuro non sarà la nostra nota a dare la spinta definitiva che risolverà i problemi, ma è un altro campanello che chi di dovere non può ignorare.

La nostra Associazione, che persegue fini Sociali, non poteva non attenzionarsi, i cittadini prima di tutti.

‘A Filanda, Associazione di Promozione sociale