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«SALVATE LA CERAMICA», IL GRIDO DI DOLORE DEGLI ARTIGIANI DI SQUILLACE

Aderito all’appello nazionale con cui invitano il Governo ad accendere i riflettori riconoscendo le botteghe e le imprese di produzione con sede produttiva nei comuni di antica tradizione riconosciuti dal “Consiglio nazionale ceramico” 

 di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud, 25 aprile 2021)

 SQUILLACE (CZ) –  28 APRILE 2021 –  A causa dell’emergenza sanitaria, un settore entrato profondamente in crisi è quello della ceramica artistica e tradizionale, che interessa anche la città di Squillace.

 Un appello, a cui hanno aderito gli artigiani ceramisti squillacesi, viene rivolto ai componenti dello specifico intergruppo parlamentare, attraverso un manifesto che indica le priorità per sostenere concretamente l’artigiano ceramista nelle terre di antica tradizione ceramica prima che sia troppo tardi.

 Lo hanno i protagonisti di eccellenza dell’alto artigianato della ceramica artistica e tradizionale italiana, maestri titolari di attività storiche che tengono accesa la fiaccola nelle terre di una tradizione unica al mondo e vanto del made in Italy.

 I sottoscrittori auspicano il sostegno di nomi del mondo della cultura, del giornalismo e della comunicazione, dell’imprenditoria, del design, dell’arte, di associazioni e di tutti quei cittadini che hanno a cuore il futuro della ceramica artistica e tradizionale italiana.

 In particolare, i ceramisti invitano il Governo ad accendere i riflettori riconoscendo le botteghe e le imprese di produzione della ceramica artistica con sede produttiva nei comuni di antica tradizione riconosciuti dal “Consiglio nazionale ceramico”  come aziende di interesse nazionale ad alta specializzazione nella filiera made in Italy.

 Si chiede anche di istituire la formula di “garzone a bottega” riconoscendo, attraverso l’apprendistato integrato in bottega e la didattica dei licei artistici e istituti d’arte, quella alta formazione professionale atta a garantire l’inserimento lavorativo delle nuove generazioni nel delicato circuito della ceramica artistica, e di istituire le “Vie della ceramica italiana” da inserire nell’offerta culturale turistica nazionale del Ministero del Turismo e della presidenza del Consiglio dei ministri.

 Per gli artigiani, inoltre, occorre implementare specifiche deroghe e semplificazioni alla vigente normativa in considerazione delle enormi difficoltà logistiche ed operative a svolgere attività produttiva nei centri urbani delle città di antica tradizione ceramica riconosciute, al fine di evitare la definitiva scomparsa di tali attività secolari; e intervenire con la fiscalizzazione degli oneri sociali del personale dipendente occupato e di nuova occupazione, da oggi e per i prossimi tre anni, proprio in questo momento di grave crisi sanitaria ed economica del Paese, per agevolare la difficile ripresa economica e produttiva.

 Si invoca anche la costituzione di una cabina di regia nazionale sulla ceramica artistica allo scopo di rendere unitarie tutte le iniziative a sostegno, a difesa e per lo sviluppo del comparto della ceramica e al fine di evitare la dispersione delle esigue risorse economiche a disposizione.

 Gli artigiani ceramisti, in pratica, non chiedono ristori o contributi anonimi, ma una dignitosa attenzione ad un comparto di vanto secolare del made in Italy nel mondo, prima che sia troppo tardi.