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“QUOTA ROSA” IN GIUNTA A SQUILLACE, SI ATTENDE IL RESPONSO DEL TAR

Esecutivo squillacese ha deciso di opporsi al ricorso presentato dalla capogruppo di opposizione “Squillace in Movimento” e da altre quattro persone

 Articolo di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud) 

SQUILLACE (CZ) – 1 SETTEMBRE 2019 –  Il Comune di Squillace si costituisce nel giudizio instaurato davanti al Tar Calabria dalla capogruppo di opposizione di “Squillace in Movimento”, Anna Maria Mungo e da altre quattro persone per l’annullamento, previa sospensione, dei decreti del sindaco di nomina degli assessori comunali, della deliberazione di consiglio comunale di presa d’atto della nomina della giunta e di ogni altro atto presupposto e consequenziale. 

Lo ha deciso l’esecutivo municipale, presieduto dal sindaco Pasquale Muccari, al fine di poter far valere le ragioni del dell’ente. 

La giunta comunale, oltre allo stesso sindaco, è composta da tre assessori maschi e da una donna, non rispettando, dunque, secondo i ricorrenti, le cosiddette “quote rosa”. 

L’esecutivo è composto dal vicesindaco Stefano Carabetta, Rosetta Talotta, Franco Caccia e Gregorio Talotta, i primi tre eletti con la lista “CivitaSquillace” che ha vinto le elezioni comunali del 26 maggio, mentre Gregorio Talotta è stato nominato componente esterno. 

Il ricorso è sostenuto anche dall’altro gruppo di opposizione, “Tuttinsieme per Squillace”. Anna Maria Mungo, che alle elezioni comunali era candidata a sindaco con il suo gruppo, sostiene che il ricorso è «una battaglia in favore di tutte le donne di Squillace, per contrastare forme di maschilismo camuffate da esigenze politiche o da ragioni tecniche. 

Abbiamo conquistato a fatica leggi in nostro favore; le donne in passato hanno perso molto di più di una poltrona per ottenere le opportunità che oggi ci vengono garantite».

 «Abbiamo intrapreso – aggiunge – una strada legale e legittima, per ripristinare ciò che riteniamo sia stato leso. Abbiamo deciso di rivolgerci alla giustizia e aspettiamo con rispetto il responso, con una condotta integerrima». 

Tutti e quattro i consiglieri di minoranza, già all’atto dell’insediamento, avevano definito illegittima la composizione della giunta, in quanto  sarebbe  stata completamente ignorata la normativa sulla rappresentanza di genere, e avevano invitato il sindaco a revocare l’atto e a procedere alla costituzione della giunta secondo legge. 

 Ora si attende la decisione dei giudici del tribunale amministrativo calabrese.