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PRESERE (CZ) – CISAL: «TANSI CONTINUA A RACCONTARE BUGIE. MA NON POTREBBE ESSERE DIVERSAMENTE»

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa della Cisal

PRESERRE (CZ) – 24 AGOSTO 2016 –  «È forse presto per stabilire con certezza se e quanto questa estate ci abbia cambiato. Di certo la ricorderemo come quella in cui abbiamo assistito, ancora una volta, al narcisismo insano e alla ricerca di auto-glorificazione del Dott. Carlo Tansi che continua a non smentirsi, farneticando tramite alcuni organi di stampa sullo stato d’arte della Protezione Civile in Calabria, che lo vede da alcuni mesi al vertice.

In questi mesi abbiamo dimostrato – afferma la CISAL – sempre con rigore dei fatti e mai per mera propaganda, quanto le affermazioni del Dott. Tansi siano improprie, raffazzonate, velleitarie e improvvisate oltre che tendenziose e prive di fondamento.

E’ del 13 agosto scorso la pubblicazione di due articoli, rispettivamente su “Il Quotidiano del Sud” e “La Stampa” nella quale ha dichiarato – sollevate ad arte – cose non vere e di una gravità assoluta.

Tra le altre indirizza il proprio astio nei confronti di alcuni “funzionari” della Regione Calabria, rei a suo dire di “far perdere del tempo in quanto le carte passano da una scrivania a un’altra” con una velocità da far ricordare le tartarughe come animali

veloci, cosicché da impedire lo svolgimento in modo adeguato il lavoro proprio ed altrui.

Se ciò fosse vero, e noi ne dubitiamo, il Dott. Tansi dovrebbe – dichiara la CISAL – immediatamente fare i “nomi” dei “funzionari” o dei “dipendenti” che a suo dire “non sanno come far passare il tempo”, denunciando ciò alle competenti autorità.

Non giova a nessuno e tantomeno alla Regione Calabria – la considerazione della CISAL – sparare nel mucchio per colpire forse qualcuno o peggio l’intera macchina organizzativa dell’Ente.

Un’altra affermazione del Dott. Tansi riguarda il “numero” e la “qualità” dei dipendenti del Dipartimento Protezione Civile in raffronto a quelli dell’omologo ufficio lombardo. “Pochi tecnici e di qualità bassa – ha sempre dichiarato il Dott. Tansi – facendo un netto paragone con la Lombardia che ha 27 tecnici con dieci milioni di abitanti e la Calabria che ha 180 impiegati tra cui molti telefonisti e autisti”.

Esternazioni surreali che noi – scrive il sindacato – rispediamo al mittente, perché offensivi della dignità dei lavoratori interessati, ma soprattutto perché tendenziose e distorte.

Il buon Tansi forse dimentica di dire (o lo fa volutamente), che il modello di Protezione Civile “lombardo” è totalmente diverso da quello “calabrese”; infatti, la Regione Lombardia ha provveduto a demandare molte competenze in materia di Protezione Civile alle proprie Provincie e Comuni, scaricandosi di responsabilità e quindi di personale che a oggi lavora in altri Enti ma per lo stesso fine. Il solo Comune di Milano, ora area metropolitana, è dotato di una Sala Operativa Comunale che la Regione Calabria può solo sognare!

Il Dott. Tansi da esperto geologo dovrebbe anche considerare che il fabbisogno di “unità lavorative” in un settore non dipende soltanto dall’ammontare del numero degli amministrati ma anche dalle caratteristiche del territorio in cui insiste lo stesso; la Calabria fa parte di quel Sud, un territorio che il meridionalista Giustino Fortunato definiva “sfasciume pendulo”. E la nostra regione più delle altre consorelle meridionali ha bisogno di molte cure e d’ingenti finanziamenti nel settore idro-geologico. Non passa giorno che vi è notizia di frane, smottamenti, chiusure di strade, paesi isolati. Tra gli attuali 180 dipendenti, oltre ai tecnici (che egli stesso definisce in modo scorretto “telefonisti”), vi è da considerare anche la presenza degli ex Lsu/Lpu, stabilizzati con il livello “B1”, l’antica quarta qualifica funzionale, alla quale si accedeva con la scuola media dell’obbligo, che vede tra di loro gente in possesso di titolo accademico non spendibile purtroppo a livello lavorativo.

Riferendoci a un’altra affermazione del Dott. Tansi, “sto cercando di tagliare questo numero di personale già esistente e aumentare geologi e tecnici che abbiano cognizione di quello che si deve fare sul territorio”, noi ribadiamo con forza che va perseguita, semmai, la “riqualificazione” del personale già qualificato e in dotazione organica presso la Protezione Civile senza tentare “avventure” con la “sistemazione di amici degli amici”. La Regione Calabria non può certo permettersi questo lusso!

E poi che dire della curiosa quanto inopportuna altra chicca del Responsabile della Protezione Civile, secondo la quale “gli autisti esistenti non hanno l’autorizzazione alla guida dei mezzi pesanti”. Questa dichiarazione – attacca la CISAL – è falsa, non corrisponde al vero perché esistono agli atti la nota dell’Ispettorato Provinciale della Motorizzazione Civile di Catanzaro, datata maggio 1985, indirizzata alla Regione Calabria che riconosce ai dipendenti in questione “l’idoneità alla guida dei mezzi pesanti” e la Delibera Regionale, datata settembre 1998, che attribuisce agli “autisti” il profilo professionale di “conduttore di macchine complesse e automezzi speciali” dopo avere gli stessi sostenuti corsi di formazione teorico-pratico con esame finale presso la “Scuola Allievi Agenti Polizia di Stato di Vibo Valentia” e a seguito di corso di formazione teorico-pratico con esame finale tenuto presso la Regione Calabria a cura della “Federazione Italiana Fuoristrada” per mezzi di categoria “leggera” e “pesante”.

Il personale “autista” che tanto denigra sono le stesse persone che hanno finora sorretto – attraverso il proprio lavoro e il proprio impegno – la Protezione Civile (alcuni di questi lavoratori hanno partecipato alla nascita e istituzione del Dipartimento di Protezione Civile).

Sarebbe opportuno, prima di fare alcune affermazioni e di lanciare diktat avversi le professionalità altrui, s’informasse bene sullo stato dell’arte delle cose per evitare di sbagliare.

Infine il Dott. Tansi ha definito la Protezione Civile “un eldorado di affari illeciti”. Bene, denunci questi “affari illeciti” e lo faccia subito, – la richiesta della CISAL – senza proclami e senza clamori. Fin dal suo insediamento (e tempo ne è passato) non ha fatto altro che dichiarare sempre le stesse cose. Adesso, con coraggio e senza spavalderia, passi ai fatti senza nessuna titubanza. Così come denunci pure coloro i quali (sempre da lui dichiarato) tra i dipendenti della Protezione Civile ha goduto di “300 ore di straordinario” al mese.

Alzare un polverone “generalizzato” com’è stato fatto, evocando ombre pesanti senza peraltro provarle, è profondamente ingiusto nei confronti dei lavoratori. Faccia, una volta per tutte, i loro “nomi” o forse dobbiamo pensare che non c’è nessuna convenienza a sollevare la questione essendo alcuni di “loro” tra i suoi più stretti collaboratori? Non vogliamo neppure immaginarlo – dichiara la CISAL –, pertanto ci smentisca.

Non permetteremo – precisa la CISAL – che la “disonestà” di pochi infanghi la gloriosa storia di tanti altri lavoratori onesti. Non troviamo giusto e dignitoso che il Dott. Tansi accusi “falsamente” 180 lavoratori di avere goduto di tante ore di “straordinario” al mese. Senza fare di tutta l’erba un fascio, faccia chiaramente e subito i “nomi” di questi Signori (si levi questo peso, anche se scomodi, faccia definitivamente questi nomi). Di certo non si fa un buon servizio alla verità dei fatti, né del buon giornalismo.

Forse la “verità” – conclude la CISAL – è meglio dirsela subito, sempre che sia la verità».