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MONTEPAONE (CZ) – L’ESTATE DI “RI…VIVI…AMO MONTEPAONE”: RICCHI CONTENUTI E INIZIATIVE CULTURALI

Mostre, artigianato, sport, gastronomia, cinema, fotografia al centro del tabellone dell’attivo sodalizio culturale

Articolo di Gianni ROMANO (Il Quotidiano del Sud)

MONTEPAONE (CZ) – 14 AGOSTO 2015 –  Intensa, come ogni anno, l’attività culturale dell’associazione  “Ri…Vivi… Amo Montepaone” che riempie di contenuti e di iniziative l’estate montepaonese.

Si parte dall’inaugurazione di due murales, pregevoli opere di due giovani artisti, che si aggiungono ai due realizzati l’anno scorso. Essi rappresentano due momenti drammatici della storia montepaonese: l’assalto piratesco dei Saraceni avvenuto il 1594  e il terremoto del 1783 da cui il borgo restò miracolosamente intatto. Per chi sale dalla marina i murales offrono una narrazione visiva immediata di episodi salienti della nostra storia  e della nostra tradizione.

Puntuale, anche quest’anno, l’inaugurazione delle mostre di pittura e di artigianato. Si è aggiunta, però,  una suggestione nuova. Partendo dai giardini di Palazzo Pirrò, riportato alla sua antica ed austera bellezza, l’itinerario della visita si snoda intorno al palazzo. Si ammirano le pitture e le opere del prof. Casaletto, realizzate con diversi materiali, complesse e ricche di relazioni simboliche. Le tele e le maioliche del prof. Felice Rattà continuano a sorprenderci non solo per i temi prevalentemente ispirati alla tradizione montepaonese, ma anche per la purezza delle linee e la nitidezza dei colori. A loro si aggiunge quest’anno una bella esposizione di tele, che raffigurano scene quotidiane di vita calabrese, dell’artista Larocca.

Ancor più rilevante l’esposizione di lavori all’uncinetto, al tombolo e al chiacchierino, di manufatti artigianali e di vari prodotti che sono testimonianze dell’abilità, della perizia e della pazienza delle donne del nostro territorio. Immancabile il “crivo”, simbolo dell’artigianato montepaonese, e la “cupeta” della famiglia Castanò. La cupeta la riserviamo per ultimo perché….”dulcis in fundo”. La suggestione nuova  delle mostre nasce dal fatto che  sono ubicate nei locali dello stesso palazzo Pirrò, ovvero nei  “bassi” dove un tempo fervevano le attività. L’itinerario si conclude varcando  l’ingresso principale, l’arco in granito locale, perché sulla destra c’è la mostra regina: la mostra fotografica. La scelta del tema è veramente opportuna e indovinata perché propone ai visitatori un giorno indimenticabile della vita di molti montepaonesi. Centinaia di foto, selezionate con cura, prevalentemente in bianco e nero sono lì a fissare un momento di felicità coniugale per la gioia di figli e nipoti che riconoscono i propri cari ma soprattutto a testimoniare i cambiamenti di costume e di usanze che sono intervenute nel tempo. Veramente bella e interessante!

Sotto una limpida volta stellata, nei giardini del Palazzo Pirrò, allietano le fresche serate del borgo, i film selezionati per il progetto : “Cinema sotto le stelle”. Una selezione  di sicuro valore artistico che va incontro ai gusti e alle esigenze più disparate degli spettatori . La partecipazione sempre numerosa certifica la validità e il successo di questo progetto. “Ri…Vivi…Amo” non trascura mai gli amanti dello sport, per i quali è stato organizzato un torneo di calcetto al campo sportivo in località “Ceramidio”. Il torneo, giunto alla IV edizione, è in corso di svolgimento e vuole ricordare gli sportivi montepaonesi che si sono dedicati all’attività calcistica nel tempo.

Tra le tante pregevoli iniziative dell’Associazione non ultima è la mostra di oggetti riguardanti gli antichi mestieri. Oggetti sottratti all’usura del tempo, per quanto polverosi o arrugginiti, testimoni di una vitalità operosa del borgo d’un tempo. Erpici e stai, barili e incudini, pialle e scalpelli, forbici sartoriali e rasoi da barbiere ecc. parlano di fatiche dei campi e di sudore, di vendemmie festose e di falegnami attorniati da apprendisti, di saloni da barbiere frequentati da ragazzi iniziati al linguaggio dello sport, della rumorosa fucina del fabbro illuminata dalle faville e scandita dai colpi sull’incudine.

Questi oggetti amorevolmente raccolti raccontano la vita fervida e operosa del borgo, l’esistenza di gente abituata ad un’epica sobrietà, ad una mutua e solidale convivenza, ma raccontano altresì una ricchezza di abilità e di competenze perdute forse per sempre. Iniziative che fanno rivivere il centro storico e preservano la memoria dei tempi e dei luoghi.