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MONTAURO, DAI SEGGI ELETTORALI ALLE AULE DI GIUSTIZIA

Prosegue la querelle giudiziaria sul possibile annullamento delle elezioni comunali che portarono alla vittoria Roberto Franco su Giuseppe Schipani

Articolo e foto di Gianni ROMANO

MONTAURO (CZ) – 5 DICEMBRE 2018 – Le elezioni amministrative del comune di Montauro fanno parlare ancora di se.

Dai seggi elettorali  si è passati alle aule del Tribunale di Catanzaro, i ricorsi hanno evidenziato  alcune criticità e i legali della lista di Pino Schipani continuano nella loro azione legale.

Si è svolto il riconteggio delle schede disposto dal Tar della Calabria relativo alle ultime elezioni amministrative del Comune di Montauro presso i locali della Prefettura di Catanzaro. Come eccepito nel ricorso proposto dall’attuale minoranza consiliare tramite gli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti  del foro del tribunale di Catanzaro, sono emerse delle irregolarità nelle operazioni di scrutinio in quanto alcune schede che dovevano essere assegnate alla lista “Lavoriamo Insieme per Montauro” guidata da Giuseppe Schipani sono state ingiustamente annullate oppure assegnate alla lista “Progetto Montauro” guidata da Roberto Franco.

Mentre, almeno in un caso, vi sono segni di riconoscimento come l’indicazione sulle schede di nominativi non corrispondenti a nessun candidato e invece assegnati alla lista proclamata vincitrice.

In relazione a queste questioni emerse nel corso delle attività di verificazione, che dimostrano il clima di irregolarità in cui si sono svolte le operazioni elettorali, gli avvocati Pitaro e Liperoti stanno  valutando se proporre  ricorso per motivi aggiunti in vista dell’udienza fissata dinnanzi al Tar per il 5 febbraio prossimo.

Sullo sfondo della vicenda, rimane comunque la questione, che pure sarà affrontata dal Tar, dell’inspiegabile annullamento del “seggio volante”, già regolarmente autorizzato per far votare i degenti di una casa di cura, avvenuto il giorno prima delle elezioni, che ha escluso dal corpo elettorale 6 elettori a fronte di uno scarto tra le due liste di appena 4 voti.

Circostanza che, secondo i ricorrenti, è comunque idonea a provocare l’annullamento delle elezioni.