- PreSerre e Dintorni - https://www.preserreedintorni.it -

MONTAURO (CZ) – LA DONNA NEL TEATRO DI SAVERIO LA RUINA

Presso l’antico Palazzo Zizzi è andata in scena “Dissonorata”, storia di “femmine” meridionali nel villaggio globale

Articolo e foto di Gia. RO. (Il Quotidiano del Sud)

MONTAURO (CZ) – 25 AGOSTO 2016 – Un grande momento culturale per Montauro in occasione  dello spettacolo ”Dissonorata” di Saverio La Ruina che è andato in scena giovedì 18 agosto con inizio alle ore 21 e 30 presso l’antico palazzo Zizzi, già sede municipale e ora grazie ad un sapiente restauro vero contenitore culturale,organizzato da Settimio  Pisano,in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Il consigliere Leo Pisano non nasconde la propria soddisfazione. «Un evento che Montauro ha fortemente voluto – dice Pisano –  il nostro centro a forte vocazione culturale ha dedicato negli anni sinergie e lavori per portare avanti la cultura come in questo caso, ma – dice ancora Pisano –  avremmo voluto fare un doppio spettacolo, anche alla restaurata Grancia, vero contenitore di cultura, oggi un sapiente lavoro di illuminazione creato da due architetti esperti in beni culturali, restituisce in tutta la sua bellezza un monumento storico,con manifestazioni di elevato spessore artistico» conclude Leo Pisano.

“Dissonorata”,  di e con Saverio La Ruina, musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Gianfranco De Franco. Collaborazione alla regia Monica De Simone, luci Dario De Luca, organizzazione Settimio Pisano. Premio Ubu 2007 “Migliore attore” e “Migliore novità italiana”Finalista al Premio Eti – Gli Olimpici del Teatro 2007 come “Migliore interprete di monologo” Premio Ugo Betti per la drammaturgia 2008 “Segnalazione speciale”.

Spesso, ascoltando le storie drammatiche di donne dei paesi musulmani, mi capita di sentire l’eco di altre storie. Storie di donne calabresi dell’inizio del secolo scorso, o della fine del secolo scorso, o di oggi. Quando il lutto per le vedove durava tutta la vita. Per le figlie, anni e anni. Le donne vestivano quasi tutte di nero, compreso una specie di chador sulla testa, anche in piena estate. Donne vittime della legge degli uomini, schiave di un padre-padrone.

E il delitto d’onore era talmente diffuso che una legge apposita quasi lo depenalizzava. Partendo dalla “piccola” ma emblematica storia di una donna calabrese, lo spettacolo offre lo spunto per una riflessione sulla condizione della donna in generale. Parlando del proprio villaggio, parla della condizione della donna nel villaggio globale.

Nello spettacolo risuonano molteplici voci di donne. Voci di donne del sud, di madri, di nonne, di zie, di loro amiche e di amiche delle amiche, di tutto il parentado e di tutto il vicinato. E tra queste una in particolare. La piccola, tragica e commovente storia di una donna del nostro meridione.