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LOREDANA SCALONE, DA GIRIFALCO A STALETTÌ: DON ROBERTO CORAPI RICORDA UNA DONNA BUONA E PREMUROSA

L’attuale parroco di Amaroni: “Una volta mi disse: se celebra lei vengo a messa altrimenti sto a casa”

di Franco POLITO

PRESERRE (CZ) – 26 NOVEMBRE 2020 –  Prima dell’approdo quattro mesi fa sulle alture di Amaroni don Roberto Corapi per diciassette anni è stato il pastore nella vigna del Signore a Stalettì.

 Diciassette anni: una vita (quasi) e (giusto) il tempo per incontrare migliaia di volti, persone, storie, uomini e donne.

 Tra loro anche Loredana Scalone, la 51enne trovata morta ieri mattina in mezzo agli scogli di Pietragrande.

 Era originaria di Girifalco, Loredana. A Stalettì aveva scoperto una seconda patria. E aveva conosciuto anche don Roberto. Lo riveriva, lo ossequiava e lo considerava un amico. 

«Amava scherzare con me di tutto – attacca il ricordo del sacerdote –  tant’è che parecchie volte mi disse:”don Roberto se la messa la dite voi vengo, altrimenti  non vengo”».

 Questione di empatia religiosa. Nei borghi di Calabria, dove il prete spesso è l’ultimo rifugio da pene e affanni, accade anche questo.

 E accadeva che, nel pieno e integerrimo rispetto della purezza  ministeriale,  «aprissi a lei  – insiste l’arciprete di Amaroni –  le porte del mio ufficio e del mio cuore. Là rimarrà impressa  per sempre».

 E grande era anche il cuore di Loredana. Don Roberto la ricorda come «donna rispettosa verso gli altri e servizievole.

 Loredana mi è sempre “piaciuta” perché le cose non le mandava a dire ma te le riferiva in faccia perché in lei c’era tanta sincerità. Tante volte ci siamo messi a parlare ed era piacevole farlo».

 Conversazioni tra amici,  spesso tra chi vuol sfogarsi e chi è pronto ad ascoltarti rivestendosi da “bravo consigliere”.

«Ho condiviso con lei e la sua famiglia tanti momenti belli – insiste la mente di don Roberto – Dalla prima comunione di Laura, passando per altri momenti di festa e di gioia fino all’arrivo del nipotino che tanto amava».

 Già, l’amore. Perché la vicenda di Loredana, tra alti e bassi, ha ruotato attorno ai sentimenti.

 «Non doveva andare a finire così – conclude il giovane sacerdote -. La sua vita spezzata all’improvviso da un “amore malato”. L’amore è dono non è egoismo. L’amore è un dare e un ricevere.

 Loredana ha dato è ha ricevuto non amore ma odio, disprezzo. Loredana ti ricorderemo per sempre , nella gioia della vita. Tutte le volte che noi vedremo un rosa , sentiremo il tuo profumo immenso e dolce.

 Guardaci da lassù e prega per tutte le donne indifese come te e dona la forza di denunciare sempre con coraggio e forza un qualsiasi “amore malato”».