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LICENZIAMENTI PORTO GIOIA, SIT IN PROTESTA LAVORATORI

In concomitanza con un vertice al ministero delle Infrastrutture a Roma

di REDAZIONE

GIOIA TAURO (RC) – 20 FEBBRAIO 2019 – Circa 300 persone, fra cui lavoratori con le loro famiglie, sindaci ed amministratori della Piana di Gioia Tauro, hanno dato vita ieri mattina ad un sit-in nell’area dello scalo in concomitanza con un vertice al ministero delle Infrastrutture a Roma, sul futuro dell’Infrastruttura.

Al centro della vertenza i licenziamenti annunciati dal gestore, che intende mandare a casa 500 persone. Altri 377, che avevano gia’ perso il lavoro, sono stati poi reintegrati dalla magistratura.

La manifestazione si è svolta senza incidenti, sotto lo sguardo delle forze dell’ordine, alla presenza dei primi cittadini del comprensorio con le fasce tricolori.

Attualmente i lavoratori in servizio nello scalo calabrese, che paga la concorrenza di altri porti del Mediterraneo, sono 1.300.

“La situazione – ha spiegato all’AGI Domenico Lombardo, segretario della Uil Trasporti-Porti territoriale – non e’ cambiata.

Dopo 6 anni di cassa integrazione e sacrifici da parte dei lavoratori ci siamo ritrovati con 377 licenziamenti fatti in maniera superficiale, tanto che i giudici hanno dato ragione ai lavoratori che hanno vinto le vertenze.

Oggi siamo di nuovo 1.300 occupati, ma l’azienda ancora dice di avere un esubero nonostante nel 2016 sia stato firmato in accordo di programma quadro fra sindacati, ministero, autorita’ portuale e azienda. Tutti – denuncia il sindacalista – hanno mantenuto gli impegni, tranne l’azienda che non ha presentato un piano industriale ne’ ha fatto investimenti.

Oggi Msc lamenta di non poter sostenere i volumi di traffico perche’ non ci sonoo i mezzi. Occorre trovare soluzioni che consentano di non perdere posti di lavoro perche’ il porto ha potenzialita’ enormi”.

Per Antonio Reppucci, commissario prefettizio del Comune di Gioia Tauro, “il grido di dolore di questo territorio deve essere ascoltato concretamente e proficuamente da chi ha potere decisionale al tavolo ministeriale e le societa’ (Msc e Contship, ndr) che in questo momento non vanno d’amore e d’accordo, possano essere richiamate ai doveri consacrati in un accordo. Il porto e’ volano di questo territorio che soffre tante criticita’ e un’ulteriore ferita potrebbe essere letale”.

Andrea Tripodi, sindaco di San Ferdinando, uno dei comuni in cui ricade il porto, ha auspicato che non siano necessarie altre manifestazioni e che “si creino le premesse per una soluzione definitiva.

 Le crisi ricorrenti sono il frutto amaro di una scelta industriale che ha privilegiato il transhipment e non ha creato sinergie positive per iil territorio, rimandando e allontanando la possibilita’ di un utilizzo polifunzioale del porto.

In ogni caso – ha aggiunto – i lavoratori sono doppiamente vittime, sia di queste scelte industriali che non hanno portato sviluppo sia di societa’, Contship ed Msc, che operano in regime di monopolio. Gli interessi divergenti di queste societa’ stritolano i lavoratori”.