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INCENDI, VITAMBIENTE: «SITUAZIONE GRAVE, POCA PREVENZIONE. LE REGIONI DEVONO ESSERE PIÙ EFFICACI NEI CONTROLLI»

Pietro Marino (Presidente Vitambiente): “Necessario applicare la legge sugli ecoreati, per disastro ambientale. I comuni realizzino il censimento delle aree percorse dal fuoco”

di REDAZIONE 

CATANZARO –  12 LUGLIO 2021 –  Arriva l’estate e come ogni anno si ripropone la problematica degli incendi.

Diversi roghi, molti a quanto pare di origine dolosa, sono scoppiati in diverse aree della Calabria, bruciando migliaia di ettari di bosco, mettendo in pericolo la biodiversità e la vita delle persone. Una situazione intollerabile e un’emergenza del tutto ormai prevedibile, vista l’annuale opera da parte di ecomafie e incendiari, aggravata dal caldo torrido e dalla siccità, che poteva e doveva essere affrontata per tempo con efficaci attività di prevenzione.

Negli Ultimi 7 anni,secondo i dati del Rapporto Ecomafia, sono state accertate in Italia 13.219 infrazioni tra incendi dolosi, colposi e generici, con 1.280 denunce, 57 arresti e 355 sequestri. Durante lo stesso arco di tempo, sono bruciati 182.806 ettari di superficie, boscata e non, in tutta Italia

Bruciare le aree verdi e parte di quel patrimonio paesaggistico e boschivo importantissimo per la nostra biodiversità non porterà nessuna ricchezza, ma solo perdite e desolazione sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed economico. Per sconfiggere gli incendi serve una sinergia e un impegno da parte di tutti i diversi soggetti, che hanno un ruolo a livello nazionale e territoriale nell’antincendio boschivo.

In primis le Regioni devono nominare dei tecnici responsabili della prevenzione incendi, e dare luogo ad una forte campagna di prevenzione. Facendo in fretta, poiché ormai sono già andati persi ettari ed ettari di bosco, vegetazione e sono morti molti animali selvatici. Dal punto di vista degli strumenti normativi, può fornire un importante contributo la legge 68/2015 che ha introdotto i c.d. “ecoreati” nel codice penale.

Infatti, oltre al delitto di incendio doloso, nei casi più gravi, si può configurare il delitto di disastro ambientale, introdotto con la legge 68/2015 e che prevede fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti”.

Noi di Vitambiente denunciamo la mancata applicazione da parte dei Comuni della legge contro gli incendi boschivi e i ritardi, sempre da parte delle amministrazioni comunali, nel censire le aree percorse dal fuoco per far valere i vincoli a non rimboschire, pascolare, cacciare e urbanizzare quelle aree.

Bisogna rivedere la riforma Madia, che ha introdotto la competenza esclusiva dei Vigili del fuoco: è il momento di fare un bilancio di questa riforma molto controversa e dibattuta.

Il modello di intervento dei VVFF, che hanno ricevuto poco personale e pochi mezzi aggiuntivi, non si è comunque adeguato alla diversa tipologia di rischio e di luoghi e la sua organizzazione, sempre affidabile in contesto urbanizzato, non è sostanzialmente cambiata per affrontare periodo, territori e contesti del tutto diversi.

Noi proponiamo di attivare accordi interistituzionali anche con altri Corpi dello Stato al fine di prevenire questo dannoso e criminoso devastamento del territorio. Riteniamo opportuno sollecitare tutte le amministrazioni e gli Enti al fine di preservare il nostro ecosistema, origine e futuro della nostra esistenza.