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IL “KAMIKAZE NAPOLETANO” IN PICCHIATA A SOVERATO INAUGURA LA STAGIONE AL TEATRO DEL GRILLO

La tragicomica esistenza di Rosario che pensa di aver finalmente trovato la sua salvezza nel martirio, interpretato con estrema bravura e intensa passione da Arcangelo Iannace che del testo è anche l’autore

di REDAZIONE

 – SOVERATO (CZ) –  1 NOVEMBRE 2021 – E’ lo straordinario e impeccabile Arcangelo Iannace ad inaugurare la stagione 2021/22 del Teatro del Grillo di Soverato con “Kamikaze napoletano” Argot produzioni, con la sapiente regia di Francesco Frangipane – direttore artistico di Teatro Argot Studio –  andato in scena il 30 e 31 ottobre.

Il primo dei 9 spettacoli programmati nella stagione denominata “Ritorno al futuro”, nel segno dell’alta qualità dell’offerta culturale a cui il pubblico del teatro soveratese è abituato da sempre.

Un attore d’impatto, un testo tra il comico e il tragico, la lingua italiana che si colora di accenti partenopei, una scenografia che parla disegnando i tratti di una vita, piena di povere cose e dominata da una croce di candele. Una piccola storia metropolitana come piccolo e umile è l’uomo che in mutande accoglie gli spettatori, abbracciato a una bottiglia piena di un liquido azzurro che maneggia con cura.

Lo spettacolo racconta la tragicomica esistenza di Rosario, un piccolo uomo, un uomo qualunque che vende fazzolettini di carta ai semafori, che cerca la grandezza e allora sceglie di diventare un kamikaze. Pronto ad andare a morire per sentirsi finalmente vivo.

Una catarsi, la definisce l’attore beneventano. Ci vuole un motivo più grande per morire, ma ci vuole un motivo più grande anche per campare.

Così Iannace definisce il sentimento che il suo protagonista sente nel momento in cui compie una scelta radicale: morire per riappropriarsi della necessità di esistere per dare inizio a un cambiamento che non è mai riuscito a fare, nella disperata ricerca di un motivo più grande …. Rosario è un uomo che cerca di sfuggire a un mondo bigotto dove … c’è troppa approssimazione … troppo qualunquismo.

Diventare martire, quindi, è come sottrarsi alla propria disfatta quotidiana che comprende la sua famiglia, le sue origini, il modo di essere italiani.

Ad accompagnarlo c’è Adib, il suo amico ambulante che sente molto meno straniero del contesto sociale di cui Rosario fa parte.

Sarà proprio Adib a indicargli la via del riscatto, un uomo con un’altra cultura  che lo convince a scegliere un destino diverso dal suo, quel motivo più grande che per Rosario diviene un ideale salvifico.

Per cui vivere. Per cui morire. Ammesso di riuscire a percorrerla fino in fondo quella strada.

Un testo scritto più di dieci anni fa, oggi ancora più attuale di quanto non lo fosse originariamente. Ancor di più se rapportato a questo difficile periodo storico di post pandemia dove si riflette il disagio economico e psicologico che porta al gesto estremo..  Ma forse questa è un’altra storia.

La regia di Francesco Frangipane ritorna al Teatro del Grillo col secondo appuntamento di sabato 6 e domenica 7 novembre: “ET – l’incredibile storia di Elio Trenta” firmata dallo sceneggiatore Gianmario Pagano e  dall’attore Luigi Diberti anche interprete insieme a Raffaele Toninelli.