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GIUSTIZIA, LUPACCHINI TRASFERITO A TORINO

Al centro del procedimento, l’intervista che Lupacchini rilasciò lo scorso dicembre al Tgcom in cui sarebbe stato delegittimato l’operato del capo della procura di Catanzaro, Nicola Gratteri

di REDAZIONE 

PRESERRE (CZ) –  28 GENNAIO 2020 –  Trasferimento per il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini.

Lo ha disposto la sezione disciplinare del Csm che ha accolto le istanze cautelari avanzate dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi.

L’ordinanza depositata ieri dal ‘tribunale delle toghe’ dispone il trasferimento di Lupacchini a Torino come sostituto procuratore generale.

La decisione della disciplinare è giunta ieri, dopo l’udienza svolta a porte chiuse giovedì e venerdì scorsi a Palazzo dei Marescialli.

Al centro del procedimento, l’intervista che Lupacchini rilasciò lo scorso dicembre al Tgcom – dopo i numerosi arresti avvenuti nell’ambito dell’indagine anti ‘ndrangheta ‘Rinascita Scot’ – in cui sarebbe stato delegittimato l’operato del capo della procura di Catanzaro, Nicola Gratteri.

Tra le incolpazioni mosse dai titolari dell’azione disciplinare a Lupacchini anche quella di aver offeso il Csm. Per l’intervista al Tgcom, anche la Prima Commissione del Csm aveva aperto una pratica per verificare se ci fossero o meno i presupposti per un trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale, fascicolo che adesso, con la misura cautelare disciplinare, resta ‘congelato’.

‘Ndrangheta: difesa Lupacchini, trasferimento ingiusto

Lupacchini, “rimasto inascoltato in sede istituzionale”, ha “rappresentato pubblicamente lo stesso dato oggettivo rimasto inevaso” e “per tale ragione, anziché ricevere finalmente attenzione, ha subito ingiustamente un trasferimento d’ufficio lontano dal distretto nel quale ha, con disciplina e onore, semplicemente cercato di esercitare le proprie funzioni”.

Lo sottolinea l’avvocato Ivano Iai, difensore del magistrato, dopo la decisione del Csm di trasferire Lupacchini alla procura generale di Torino, nell’ambito del procedimento cautelare disciplinare promosso nei suoi confronti dal ministro e dal pg di Cassazione in merito alle affermazioni, contenute in un’intervista al Tgcom sulla maxioperazione anti ‘ndrangheta dello scorso dicembre, che avrebbero delegittimato l’operato del capo della procura di Catanzaro Nicola Gratteri.

“Appare evidente – continua il difensore – che al dottor Lupacchini non sia stata semplicemente applicata una misura cautelare, con le finalità che la stessa comporta per rimediare a un presunto e non concreto pericolo di incompatibilità all’esercizio delle funzioni nel distretto, quanto una vera e propria anticipazione di sanzione, oggettivamente e severamente punitiva, oltre che ostile, avendo disposto il trasferimento del magistrato, con perdita delle funzioni direttive, a 600 km di distanza dalla città di Roma e a oltre mille km da Catanzaro”.

Oltre a “non soddisfare eccezioni procedurali “, quali “la rilevata incompatibilità di ben tre componenti della sezione disciplinare per anticipazione di giudizio, sul medesimo caso di specie, manifestata in altra sede”, l’ordinanza depositata oggi dalla sezione disciplinare del Csm, rileva il legale di Lupacchini, “ha trascurato, anzitutto, di motivare pienamente il rigetto delle istanze, più volte sollecitate dalla difesa, finalizzate a conoscere gli esiti degli esposti e delle segnalazioni, inoltrati nel corso del tempo alla procura generale presso la Corte di cassazione e al ministro della Giustizia dal procuratore generale Lupacchini, indicativi delle criticità e delle violazioni riscontrate circa il mancato coordinamento e collegamento della procura distrettuale con la procura generale di Catanzaro”.

Su tale profilo – che, secondo la difesa, è “essenziale per dimostrare la correttezza del dottor Lupacchini sia nell’esercizio delle funzioni, sia nell’esercizio della libertà di pensiero, manifestata quale esperto di contrasto alla criminalità organizzata nel corso della nota intervista televisiva al TGCom24” – appare, osserva l’avvocato Iai, “essere calato un significativo silenzio la cui tenuta, connessa alla gravità dei fatti denunciati, potrà essere infranta solo ove si intenda e voglia finalmente far luce, nei dettagli, intorno a una vicenda finora caratterizzata da ambigue omissioni di cui il dottor Lupacchini ha chiesto conto, anzitutto, al ministro della Giustizia e alla procura generale presso la Corte di cassazione”.

Nel provvedimento.depositato dal ‘tribunale delle toghe’, infine, “non si dà conto né degli argomenti spesi dalla difesa in materia di libertà di pensiero e di sua libera manifestazione, determinando uno sconcertante precedente idoneo a limitare siffatta libertà con riferimento agli appartenenti all’ordine giudiziario, né della sproporzione tra la misura applicata e la sanzione finale applicabile, né, come già precisato, degli aspetti, che restano coperti da inspiegabile e immotivato segreto, relativi agli esiti delle più volte segnalate criticità della procura distrettuale”, conclude il difensore di Lupacchini.