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GIRIFALCO (CZ) – ACQUA “CANALETTE”, VIETATO BERLA

Ordinanza sindaco dopo comunicazione Asp Catanzaro

di REDAZIONE

GIRIFALCO (CZ) – 23 APRILE 2016 – A seguito della comunicazione dell’Asp di Catanzaro, prot.n. 2782 del 08/04/2016, il sindaco ha emesso un’ordinanza con cui ha disposto il divieto dell’utilizzo ai fini alimentari dell’acqua erogata dalla fontana pubblica denominata “Canalette”. Subito dopo l’ufficio tecnico del Comune ha effettuato un sopralluogo. Decidendo, quindi, di avviare un intervento di disinfezione: il cloro è stato fatto agire per 24 ore. Dopo questa prima analisi è emerso che da 59 coliformi, a seguito della prima disinfezione, si è scesi a 10. Per questo motivo, per la seconda disinfezione, si è deciso di portare la concentrazione di cloro dal 12 al 14%.

La analisi avviate hanno riguardato le due sorgenti della fontana Riganello 2 (in alto), Riganello 1 (in basso) in entrata e in uscita e l’acqua in uscita dalla “Canalette”. Lo scorso 21 aprile sono state effettuate nuove analisi. Ora si è in attesa dei risultati di queste analisi.

E’ fondamentale ribadire e sottolineare come la fontana “Canalette” appartenga ad un sistema autonomo totalmente sconnesso dalla rete idrica cittadina per come si evince dal percorso dell’acqua individuato nello schema planimetrico allegato a questa nota.

Entrando nel merito della discussione divampata a seguito di un procedimento amministrativo di routine sarebbe opportuno, quando si parla di salute pubblica, cercare di non strumentalizzare ogni tipo di azione amministrativa. Anche perché rispetto a questo tema, misure giudicate, erroneamente, drastiche appaiono, in realtà, necessarie per effettuare i dovuti controlli ed evitare, al tempo stesso, potenziali conseguenze poco piacevoli.

Appare ancor più strano che chi ha, per anni, amministrato il Comune, urli allo scandalo rispetto a procedure che, più di altri, dovrebbe conoscere. E di cui dovrebbero conoscere molto bene tempi e modalità. Purtroppo ancora una volta si è scelta la strumentalizzazione al fine di infondere nei cittadini confusione e allarmismo su procedure che, come detto, chi prima di noi ha amministrato conosce o dovrebbe conoscere molto bene.