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“FIGLI DEL MINOTAURO. STORIE DI UOMINI E ANIMALI”, DOMANI A CAMINIA LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI EUGENIO ATTANASIO

Appuntamento alle ore 19 nelle sale del “Blanca  Cruz”: si parlerà di transumanza che è anche una metafora del cammino dell’uomo e del bovino, iniziato diecimila anni fa con la domesticazione

di REDAZIONE 

STALETTÌ (CZ) –  15 LUGLIO 2021 –  L’inizio estate è periodo di partenza della transumanza, questa antichissima migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano dai pascoli delle pianure verso le zone montane percorrendo le vie naturali dei tratturi.

Cantata da Gabriele d’Annunzio è una pratica millenaria di uomini e animali che in pieno XXI secolo si riempie di nuovi significati, anche alla luce della constatazione di ritrovarsi nell’era delle pandemie, in una società contemporanea che si ritrova improvvisamente fragile e insicura nelle strutture che ha costruito.

Ma la transumanza è anche una metafora del cammino dell’uomo e del bovino, iniziato diecimila anni fa con la domesticazione.

Figli del Minotauro/Storie di uomini e animali è il titolo del libro, curato da Eugenio Attanasio, con le foto di Antonio Renda, che integra un progetto antropologico complesso della Cineteca della Calabria, sostenuto dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, partito con la mostra fotografica e che si concluderà con il documentario.

Il volume verrà presentato domani, ore 19.00, nelle sale del “Blanca Cruz”, a Caminia di Stalettì

Intervengono Eugenio Attanasio e Antonio Renda.

Modera Luigi Stanizzi.

La pubblicazione documenta le fasi della realizzazione del documentario, che ha seguito nelle stagioni un gruppo di allevatori di Marcedusa (CZ) che pratica l’allevamento semibrado delle podoliche, la razza tipica calabrese, impegnandosi nella ricostruzione di ipotesi di caccia primordiale e raffigurazioni parietali; in Calabria è sito uno dei più antichi graffiti del mondo, il BosPrimigenius di Papasidero, opera di un artista del mesolitico.

La civiltà cosiddetta pastorale custodisce un ricco novero millenario di conoscenze che è importante tutelare e per questo la transumanza è stata dichiarata  dal comitato patrimonio mondiale dell’Unesco, riunitosi  a Bogotà, patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Non manca il leggendario re Italo del quale scrivono Tucidide e Aristotile, che colpì l’immaginazione dei primi coloni greci che sbarcarono nell’Istmo delle Calabrie e trovarono questa popolazione che allevava i vitelli.

Un lavoro che parte dalla preistoria per compiere una riflessione  sull’identità calabrese nel terzo millennio, dove esiste ancora un rapporto dell’uomo con la natura e con il territorio, troppo spesso altrimenti sacrificato alle esigenze di sviluppo urbano, commerciale e industriale.

Nella società contemporanea stiamo assistendo ad una demonizzazione  del consumo di carne animale dovuta alle pratiche scorrette dell’allevamento industriale, indirizzato alla massimizzazione dei profitti e al consumo delle risorse agricole mondiali.

L’allevatore semibrado invece esercita una precisa funzione eco ambientale, contribuendo a mantenere integro il paesaggio ed a vivere in simbiosi con animali e specie vegetali.

Proprio dalla riconosciuta valenza di questo ruolo è nata, all’interno del parco della Sila la figura del pastore custode del Parco per la salvaguardia e la tutela del territorio.

A fine estate esce anche il documentario, girato nelle grotte di San Gregorio.