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FERIMENTO DURANTE MOVIDA A VIBO, LIBERA SCENDE IN PIAZZA

“Proseguire tutti insieme in percorso di rinascita e riscatto”

di REDAZIONE 

VIBO VALENTIA – 25 OTTOBRE 2021 – Ad una settimana dal ferimento di un trentaduenne avvenuto ad opera di un ragazzo di 20 nei luoghi della movida di Vibo Valentia, l’associazione Libera ha indetto una manifestazione alla quale hanno preso parte esponenti della società civile e dell’associazionismo, amministratori, politici e tanti giovani.

“Dopo i gravi fatti della scorsa settimana, questo territorio è ad un bivio – ha detto Giuseppe Borrello, referente provinciale di Libera – dobbiamo capire se rassegnarci e far prendere il sopravvento a questo senso di di sconforto oppure scegliere di proseguire verso un percorso di rinascita e di riscatto oggi in atto.

È necessario che si faccia di più e e si faccia meglio, è necessario, rispetto al grande lavoro che stanno portando avanti magistratura e forze dell’ordine che ognuno di noi sia protagonista della necessità di dare un proprio contributo soprattutto dal punto di vista della prevenzione che non può essere delegata la magistratura alle forze dell’ordine ma riguarda tutta la comunità educante, la famiglia, le scuole, le istituzioni e la chiesa”.

“Gesti come quello di sabato scorso – ha affermato il sindaco di Vibo, Maria Limardo – non appartengono non solo questa città ma ad alcun pezzo del territorio provinciale e questo è testimoniato dalla presenza, oggi, di moltissimi sindaci che con me vogliono manifestare in maniera forte la ferma condanna per questo episodio ignobile”.

Per don Ennio Stamile, responsabile regionale di Libera “non si deve abbassare la guardia né illudersi che gli arresti, per quanto importanti, possano risolvere i problemi.

E’ necessario lavorare su tutti i fronti in ogni campo per cambiare la cultura mafiosa ed omertosa. E questa sera la partecipazione c’è stata, d’altronde Vibo aveva risposto numerosa il 24 dicembre 2019 dopo Rinascita-Scott.

Certo, non cambierà mai nulla – ha deto ancora don Stamile – se la società civile non si decide a dare un segnale concreto, a recidere questi legami illegali, e anche la chiesa deve fare la propria parte ovviamente.

Finalmente la Conferenza episcopale calabra ha emanato linee guida che sono importanti da applicare nella pastorale ordinaria perché è lì che si formano le nuove generazioni”.