- PreSerre e Dintorni - https://www.preserreedintorni.it -

DRAMMA MIGRANTI NEL CROTONESE, SALME VERRANNO TRASFERITE A BOLOGNA (AGGIORNATO)

Decisione del Viminale: “Soluzione provvisoria”.  Protesta dei parenti: “Governo gioca con i morti”

Fonte: ANSA.IT CALABRIA 

CROTONE – 8 MARZO 2023  – Saranno tutte trasferite entro oggi al cimitero musulmano di Bologna le salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro.

La decisione è stata presa dal ministero degli Interni ed ha colto di sorpresa le famiglie che si trovano a Crotone e che hanno inscenato una protesta con un sit-in davanti al Palamilone.

Chiedono di attendere qualche giorno per avere la possibilità di avviare le pratiche per il trasferimento nei Paesi di origine.

Il comune di Crotone, che ha raccolto le loro istanze, aveva già deliberato delle somme per i costi del trasferimento prelevandole dal Fondo migranti che poi sarebbe stato rimborsato dal Ministero.

VIMINALE: «SOLUZIONE PROVVISORIA»

Il trasferimento a Bologna delle salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro è una “soluzione provvisoria e non definitiva.

Presa per dare immediata dignità alle salme.

Anche perché in Afghanistan non è semplice procedere nell’immediato al rimpatrio”.

Lo fanno sapere fonti del Viminale.

In ogni caso, viene precisato, “si procederà sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare con la soluzione definitiva.

Qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano se ne farà carico di tutti gli oneri”.

I FAMILIARI: «GOVERNO GIOCA CON I MORTI»

“Il governo italiano gioca con i morti”.

Così recita il cartello di una donna afgana che nel naufragio di Steccato di Cutro ha perso la figlia ed il genero.

Lei arriva dalle Germania come molti dei parenti delle vittime che stanno protestando pacificamente contro la decisione del Governo di trasferire entro oggi al cimitero musulmano di Bologna tutte le salme delle vittime.

“Noi vogliamo i corpi delle vittime in paesi di origine in Afghanistan o dove famiglia vuole” è scritto in un altro cartello che spiega il motivo della protesta.

“Hanno cercato di portare via bare senza dire niente prima” dice un altro afgano disteso sulla strada.