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DON ROBERTO CORAPI ALLE FAMIGLIE DI AMARONI: «INSIEME PER UNA COMUNITÀ CHE SI FA FAMIGLIA»

Il giovane arciprete: “Da un anno mi state facendo sentire uno di voi”

di Franco POLITO

AMARONI (CZ) –  21 LUGLIO 2021 – Un anno ad Amaroni.

Trecentosessantacinque giorni in una nuova vigna del Signore sono un dettaglio da non far passare inosservato.

E don Roberto Corapi non l’ha fatto passare inosservato.

Nella “Cittadina del Miele” all’orizzonte si staglia la festa della patrona Santa Barbara.

Abbinando le due “circostanze” ha scritto a tutte le famiglie del posto.

«Carissima comunità dolce e amabile – si legge nello scritto –  è trascorso un anno dal mio ingresso qui ad Amaroni e voglio ringraziare il buon Dio, insieme a Santa Barbara, per il vostro affetto verso la mia umile persona».

L’arciprete invita le famiglie a lavorare, e tanto, assieme a lui «perché tutti indistintamente avvertano l’affetto e la responsabilità verso la comunità che io intendo una famiglia.

Questo implica prima di tutto i rapporti tra le persone, che purtroppo la pandemia ci ha tolto. Nonostante tutto siamo andati avanti con la fede quotidiana in Dio che ci è stato sempre vicino».

Parole che assumono un particolare significato anche in vista della ricorrenza che sta per arrivare.

«Ora  – evidenzia il giovane arciprete –  è il momento favorevole, momento di grazia per la nostra comunità amaronese: la festa di Santa Barbara, nostra patrona.

Pertanto chiedo, con amore di padre verso i suoi figli, la vostra santa collaborazione.

La festa si farà nel rispetto delle vigenti regole.

Dobbiamo ritornare a fare festa insieme, intorno alla nostra Santa Barbara, nella preghiera e nella gioia dell’incontro.

Vi aspetto numerosi alle funzioni che preparano la nostra vita e la nostra anima alla festa, vivendo così di carità e amore».

Premesse, queste ultime, cui segue il radicato e finale convincimento: «Perché è proprio vero che dov’è carità e amore lì c’è Dio. Dove non c’è carità e amore non c’è Dio.

Santa Barbara protegga le nostre famiglie, i bambini, i giovani, gli ammalati e tutti gli emigrati».