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DON ANTONIO TARZIA: 50 ANNI DI SACERDOZIO TRA DIO, GIORNALISMO E CASSIODORO

Messa solenne di ringraziamento all’anfiteatro “Nicolas Green” di Amaroni, suo paese natale

 di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud)

AMARONI (CZ) –  5 AGOSTO 2019 –  Ha festeggiato nella sua Amaroni i 50 anni di sacerdozio don Antonio Tarzia, noto presbitero della Società San Paolo, giornalista, fondatore e direttore di “Jesus”. 

La solenne messa di ringraziamento, nell’anfiteatro comunale, è stata presieduta dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace mons. Vincenzo Bertolone, con la partecipazione dell’arcivescovo emerito mons. Antonio Cantisani, del vescovo di Oppido-Palmi mons. Francesco Milito e di padre Rocco Spagnolo, superiore generale dei Padri missionari dell’evangelizzazione, oltre al parroco don Antonio Scicchitano e a diversi sacerdoti della diocesi. 

Presenti anche diverse autorità civili e militari, il consigliere regionale Arturo Bova, presidente della commissione antindrangheta, l’ex presidente della Regione Guido Rhodio e i sindaci di Amaroni, Gino Ruggiero, e Squillace, Pasquale Muccari.   

Al termine della cerimonia ha portato il saluto il sindaco Ruggiero, il quale ha espresso a don Tarzia i più vivi ringraziamenti da parte dell’intera comunità. 

Don Tarzia ha poi salutato e ringraziato tutti i convenuti confermando il suo profondo amore per le comunità di Amaroni e Squillace che  gli hanno conferito della cittadinanza onoraria. 

Nato ad Amaroni, è stato anche responsabile di “Famiglia Cristiana” e de “Il Giornalino” e direttore generale delle Edizioni San Paolo.

È anche presidente dell’associazione “Centro Culturale Cassiodoro”, con sede in Squillace, attraverso la quale si è distinto con iniziative, realizzazione di opere, attività e attaccamento esemplare alla città di Squillace, alla sua plurimillenaria storia civile e religiosa, soprattutto rilanciando in modo concreto, incisivo, intelligente e prestigioso la figura e l’opera di Cassiodoro.

 Una poliedrica attività di promozione culturale e di valorizzazione del patrimonio culturale calabrese, con particolare attenzione a quello dell’area scillacense e con il concomitante rilancio di figure prestigiose della storia religiosa e umana calabrese, come quella di Cassiodoro il Grande.