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“DISPERATI DEL MARE”, SMANTELLATA DA POLIZIA CATANZARO TRAFFICO SU ROTTA BALCANICA

Inchiesta Dda. Emesse 29 misure cautelari

di REDAZIONE 

CATANZARO –  11 MAGGIO 2023 – Un’operazione della Polizia, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è stata eseguita, con l’impiego di agenti del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e della Squadra mobile di Crotone, in collaborazione con le Squadre mobili di Brindisi, Foggia, Grosseto, Imperia, Lecce, Milano, Torino e Trieste, e la partecipazione di personale dell’Agenzia Europol e della Divisione Interpol, attraverso i collaterali organismi esteri interessati.

 “Destinatari dei provvedimenti – informa una nota della Polizia – sono 29 soggetti fortemente indiziati di appartenere ad una associazione transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed al riciclaggio del denaro provento dell’attività illecita, articolata in cellule presenti in Italia ed all’estero (Turchia e Grecia), i cui appartenenti, pur con compiti differenti, avevano un obiettivo unico, quello di far giungere i migranti in Italia sfruttando la rotta marittima del mediterraneo orientale, a bordo di velieri, con partenza da Turchia e Grecia”.

Il Prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia, sottolinea che “le indagini sono durate quasi 4 anni e hanno permesso di colpire con 29 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip un’organizzazione transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al riciclaggio delle somme derivanti dai pagamenti dei migranti”.

La fase operativa ha coinvolto – previo interessamento di Interpol ed Europol – Turchia, Grecia, Belgio, Germania, Svezia, Inghilterra, Belgio e Marocco. “E’ stato smantellato un gruppo capace di garantire l’arrivo di migliaia di migranti, in transito dalla rotta balcanica marittima, attraverso l’uso di velieri condotti da scafisti per lo più russofoni.

Veniva garantito l’arrivo a destinazione del migrante al prezzo di circa 10 mila euro; in sostanza era stato creato un vero e proprio sistema di accoglienza illegale, organizzato tra l’estero e capoluoghi italiani che ricomprendeva anche il vitto e l’alloggio nelle diverse tappe (Crotone, Lecce, Brindisi, Foggia, Grosseto, Imperia, Milano, Torino, Trieste) e al quale i migranti si affidavano completamente”, conclude la nota.

Da Grecia o Turchia fino alle coste calabresi e pugliesi per poi proseguire, in camion, treno o su taxi fino ai confini italiani per raggiungere il nord Europa. Era il viaggio per i migranti provenienti dal medio oriente e dall’Asia  organizzato, con tanto di tariffario che variava dai 7.000 ai 15.000 euro, dall’organizzazione transnazionale dedita al traffico di esseri umani, smantellata oggi da un’operazione della Polizia coordinata dalla Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri, con 29 soggetti stranieri arrestati.

Organizzazione articolata in cellule presenti in Italia, Turchia e Grecia.

Le indagini sono iniziate nel nel 2018 con il concorso in mare del personale della Sezione navale della Guardia di finanza di Crotone, sulla base degli elementi raccolti in anni di sbarchi sulla costa crotonese con barche a vela condotte da cittadini ucraini o dell’area dell’ex Unione Sovietica.

Il gruppo criminale era composto da cittadini provenienti dall’area medio-orientale, prevalentemente di origine curdo-irachena.

Il viaggio dei migranti aveva inizio nel quartiere turco di Aksaray, dove chi intendeva partire prendeva contatti con i sodali della cellula turca che fornivano le informazioni sull’organizzazione e sull’importo da corrispondere, con il sistema hawala basato su una vasta rete di mediatori.

Raggiunto l’accordo e versata la prima parte, i migranti venivano portati alla frontiera turco-ellenica, generalmente a Salonicco.

Qui venivano presi in carico dalla cellula greca e corrispondevano la seconda parte del compenso.

Il viaggio proseguiva per Atene e poi a Patrasso.

Poi l’imbarco su barche a vela in grado di eludere i controlli in mare delle forze di polizia. In altri casi le imbarcazioni partivano dalle coste turche, in particolare da Smirne, verso località del sud concordate preventivamente dalle cellule turche e italiane.

Diversi gli sbarchi fantasma, dove in alcuni casi non sono stati rinvenuti né l’imbarcazione né i migranti. Giunti in prossimità delle coste italiane, i migranti prendevano contatti con i sodali delle cellule italiane che li favorivano, dietro compenso di circa 500-600 euro, nel farli giungere a Milano o Torino, per poi recarsi a Trieste o Ventimiglia in base alla città del Nord Europa da raggiungere.

Il confine italiano veniva superato a bordo di camion, treni o taxi, in relazione alle disponibilità economiche dei migranti.

Senza conferma dell’avvenuto pagamento, i migranti rimanevano bloccati e invitati a contattare i propri parenti nelle terre d’origine per regolarizzare le proprie posizioni.

Il denaro ottenuto veniva versato in una cassa comune gestita da alcuni soggetti residenti a Trieste per il riciclaggio.

Infatti sono state riscontrate transazioni sospette utilizzando money transfer, dove prestanomi trasferivano denaro all’estero per importi non superiori a 999 euro settimanali.