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DAVOLI, L’IMPEGNO DELLA LEGA NAVALE A TUTELA DEL MARE

Riuscito convegno della sezione locale sulla difesa delle acque dalle sostanze inquinanti 

Articolo e foto di Gianni ROMANO

DAVOLI (CZ) – 12 GENNAIO 2019 – La ricerca di materiali compositi è alla base dello sviluppo delle produzioni industriali verso sistemi più performanti e possibilmente meno costosi per contenere il valore entro limiti accettabili   dal   mercato   di   riferimento.  

Il   più   eclatante   esempio   è   rappresentato   dalla vetroresina che certamente ha avuto, tra gli altri settori, un impatto importante nello sviluppo della nautica da diporto e non solo.

Oggi ci troviamo con nuovi materiali compositi a base di carbonio che hanno in poco tempo, proprio per le loro prestazioni, invaso il mondo della produzione industriale (auto, moto, barche, aerei etc.).

Il problema di tutti questi materiali è che a distanza di decenni dalla loro entusiastica accettazione del mercato dimostrano il loro impatto ambientale, non sempre accuratamente previsto prima della commercializzazione.

Alla presenza di un gremito ed attento pubblico, nell’Auditorium San Nicola di Davoli Borgo il Prof. Franco Furgiuele del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (DIMEG, Unical) discutendo di tali argomenti ha aperto l’edizione 2019 de “Il mese della cultura” organizzato dalla Sezione della Lega Navale Italiana.

Il primo dei quattro incontri, dedicato alla “Tutela e Valorizzazione delle Risorse Marine e delle Acque Interne” ha visto anche la partecipazione del Dott. Emilio Sperone, Zoologo del DiBEST   (Unical,   CS)   che   ha   documentato   la   dimensione   globale   dell’impatto   delle microplastiche sull’ecosistema acquatico dove già sta causando danni enormi, dai cetacei alle più piccole specie di gamberi e bivalvi.

Le plastiche giungono a mare da qualunque origine terrestre sia in forme immodificate (vedi sacchetti di plastica) o triturate fino a raggiungere la dimensione microscopiche, appunto di microplastiche. Sia le une che le altre sono di grande nocumento per le specie acquatiche.

I cetacei, le tartarughe ed i grandi pesci mangiano le plastiche perché rese appetibili dal plancton che le ricopre. Giunte nello stomaco dei cetacei, per esempio, ricoprono le pareti in modo tale che il cervello degli animali riceve un segnale di sazietà che a lungo andare li porta a morte per inedia. Ciò produce un grave impatto sulle specie più a rischio di  estensione.

 Inoltre,  i  gamberetti   che  filtrano  acqua contenente microplastiche entrano nella catena alimentare perché a loro volta sono predati da pesci più grandi che giungono nella dieta dell’uomo (dalle alici, al pesce spada, al tonno etc). Pertanto, riduzione della biodiversità e impatto sulla nutrizione umana sono i due problemi principali che oggi si sta affrontando ai più alti livelli governativi (nazionale e comunitario).

Direttive europee stanno già intervenendo per limitare l’uso delle materie plastiche per particolari impieghi; tuttavia, i paesi che si affacciano sul mar mediterraneo mostrano una grande sensibilità alle problematiche esposte, ed esiste ancora una grande possibilità di intervento per limitare il danno ambientale che l’uomo produce quotidianamente all’ambiente acquatico mediante la corretta informazione.

E’ proprio questo l’impegno che la Lega Navale Italiana profonde tramite le oltre duecento strutture periferiche e le sue collaborazioni con il sistema dell’istruzione e della formazione in tutta Italia.

La Sezione di Davoli ormai da anni opera in questo settore anche grazie alla convenzione stipulata a livello regionale tra l’Università della Calabria, dove si trovano i massimi esperti del settore, e la Lega Navale Italiana, favorendo una corretta e non allarmistica divulgazione ed istruzione per l’uso consapevole di ognuno degli inquinanti con cui si viene a contatto quotidianamente. La presenza del Dottor Giacomo Giovinazzo, Direttore Generale dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Calabria, con il suo intervento ha esposto le linee d’intervento che il suo Assessorato ha messo in campo ed, in parte, si accinge a mettere in questo inizio di 2019 per la salvaguardia della biodiversità di cui è dotato il nostro mare anche attraverso un  maggiore coinvolgimento  delle  marinerie calabresi, le associazioni dei pescatori e della pesca sportiva auspicando anche una più ampia partecipazione per la migliore utilizzazione delle risorse.