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DAVOLI (CZ) – QUEL FILO CONDUTTORE CON LE ORME DI SAN VINCENZO

Vincenziani hanno festeggiato 28 anni di presenza sul territorio

Articolo e foto di Gianni ROMANO (Il Quotidiano del Sud) 

DAVOLI (CZ) –  3 DICEMBRE 2017 –  Il Volontariato Vincenziano di Davoli si è mobilitato per festeggiare i 400 anni dalla nascita della Famiglia Vincenziana organizzando un convegno “Sulle orme di San Vincenzo” che si è svolto nella Sala San Francesco della Chiesa di San Roberto Bellarmino.

La sala stracolma di gente fino all’inverosimile, ha ascoltato silente le parole scandite dai relatori. La famiglia nasce da un’intuizione di san Vincenzo che per rispondere ai bisogni materiali spirituali e culturali dei poveri pensò di formare dei volontari che si recassero lì dove c’erano le emergenze. L’occasione è stata propizia per riflettere sul passato, il presente e il futuro dell’istituzione.

Filo conduttore del convegno è la novità incarnata da san Vincenzo che, con le sue intuizioni  e le sue opere, ha introdotto nella realtà di quel  tempo elementi dirompenti, fondati su solide basi spirituali e dottrinali: la carità organizzata e con lavoro di gruppo, il ruolo attivo dei laici e in particolare delle donne nella Chiesa, l’attenzione allo “straniero” e al rifugiato, con un’assistenza rispettosa della loro dignità. La modernità del suo carisma è quanto mai attuale e apre grandi spazi alle “novità” del futuro nella continuità della testimonianza.

“La carità è inventiva all’infinito” che si rinnova organizzandosi e adeguandosi ai mutamenti sociali e ai bisogni dei poveri – affermava San Vincenzo de’ Paoli. Questa esortazione, è il modello di vita per ogni volontario Vincenziano. Dopo i saluti dell’Assessore Zangari Giuseppina, Aldo Marcellino, presidente dell’Associazione Vincenziana, con l’ausilio di un video, ha spiegato tutti gli interventi operati dal gruppo di Davoli nel corso dei suoi 28 anni di presenza.

Quindi il padre Vincenziano Calogero Di Fiore si è intrattenuto sul carisma Vincenziano che si basa sulla centralità del Cristo e la promozione umana.“Non bisogna portare un pacco al povero per sentirsi vincenziano, ma bisogna innanzitutto ascoltarne i bisogni, limitare la sua solitudine, sentirlo fratello” – afferma Padre Calogero. Poi il momento più toccante ed esaltante della serata: le testimonianze. Sono state tante e tutte toccanti dal rappresentante dell’Istituto Comprensivo di Davoli prof. Arcuri, ai giovani di Davoli, famiglie sorrette dai Vincenziani.

Ma la più emozionante è stata quella offerta da Mino un giovane diversamente   abile   che   frequenta   la   biblioteca   che   ha   affermato:   <<Ho frequentato tante associazione ma devo dire che in nessuna di queste mi sono trovato così bene come dai Vincenziani. Aspetto con ansia la loro chiamata perché tra loro si respira “amore”, sento la vera accoglienza, il rispetto profondo per la mia persona. Sono felice di averli conosciuti e frequentati>>.

E’ solo un riassunto delle emozionanti parole proferite che hanno provocato anche qualche lacrimuccia. Poi, l’intervento di Padre Eugenio della chiesa ortodossa, che ha sottolineato l’accoglienza e il sostegno dato dai Vincenziani alle famiglie  Bielorusse.

L’ultimo intervento è stato di don Gregorio Montillo, Padre spirituale del Gruppo che ha elogiato il i Vincenziani per il loro impegno costruttivo, e quasi indispensabile, in seno alla Chiesa. Fra un intervento e l’altro la Corale San Roberto Bellarmino ha cantato delle lodi a San Vincenzo. A fine serata il buffet offerto dai Vincenziani.

«Una serata piena di emozioni indimenticabili –  afferma Aldo Marcellino – che ci arricchisce dandoci la forza di proseguire con maggiore impegno a favore dei poveri e delle diversità».