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DAVOLI (CZ) – IL NATALE ORTODOSSO DIVENTA “SCAMBIO INTERCULTURALE”

I Volontari Vincenziani hanno organizzato una cena multietnica all’insegna della fratellanza e della condivisione con “gli altri”

Articolo e foto di Gianni ROMANO (Il Quotidiano del Sud)

DAVOLI (CZ) – 16 GENNAIO 2017 –  Una bella lezione di solidarietà e integrazione arriva da Davoli.

Protagonisti gli immigrati e il Volontariato Vincenziano che qualche sera fa hanno vissuto una serata di vera letizia; seduti, insieme, hanno consumato una cena “multietnica” all’insegna della fratellanza, quella vera. E’ la Cena di san Vincenzo che, per due volte all’anno, riunisce parrocchiani e immigrati allo stesso tavolo. Per quell’occasione, come al solito, la sala della Parrocchia San Roberto Bellarmino, era gremita di persone di diverse etnie. Lì, quasi miracolosamente, Senegalesi, indiani, pakistani, Cinesi e italiani formano una iridescente arcobaleno umano che, davanti a un piatto caldo, confabulano tra loro raccontandosi, scambiandosi e condividendo tante storie una diversa dall’altra.

Mondi diversi che si incontrano.  Tutti, senza differenza di razza, etnia e religione, sono raggruppati sotto un unico cielo, con naturalità e senza paure, convinti che costruire un mondo di pace e giustizia sia sempre possibile. E non è l’unica iniziativa d’integrazione e collaborazione con gli immigrati. Difatti, i Vincenziani, da oltre un anno, collaborano con la comunità Bielorussa calabrese, che fra l’altro ospitano fraternamente nella loro sede, in un rapporto di reciproca stima e fiducia, talché il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano, hanno celebrato la nascita di Gesù figlio di Dio e della Vergine Maria.

L’iniziativa è stata un’altra occasione di scambio interculturale, un incontro tra i diversi modi di interpretare e festeggiare il Santo Natale nel rispetto delle differenti appartenenze religiose e diversità culturali. Momenti di integrazione e di aggregazione che vanno oltre l’attività di primo soccorso e assistenza degli immigrati, nel pieno rispetto dello spirito di servizio che anima il mondo del Volontariato Vincenziano. Con questo spirito, i Volontari, hanno vissuto una suggestiva esperienza condividendo il cibo e compartecipando alla gioia dei numerosi bambini che, vestiti con gli abiti tradizionali, hanno recitato poesie e cantato inni di Natale.

«A chi ci dice che è una goccia nel mare – afferma il presidente del Volontariato Vincenziano – rispondiamo con l’aforisma popolare “Fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce”. In una società che preferisce tenere la testa sotto la sabbia come gli struzzi si assiste sempre di più al declino del coraggio umano, mentre cresce e prolifica un vacuo parlare come se i problemi potessero risolversi con la ridondanza delle parole. Anche questo è definito clima di apertura secondo i percorsi d’integrazione, secondo noi è quotidianità, semplicemente perché tutto si svolge nell’impegno costante a dare senza nulla pretendere anche se loro ci hanno dato moltissimo: il loro impegno a collaborare, i loro sorrisi di gratitudine che ti riempiono la vita e ti danno quel coraggio a non mollare».

Un esempio di Fede e civiltà da condividere.