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DALLA CALABRIA AL NORD ECCO IL SAN GIUSEPPE DEI POVERI

Nel giorno della festa del pap rinnovato il rito del “cumbitu”

di REDAZIONE

PRESERRE (CZ) 20 MARZO 2019 – Un pasto caldo per chi non ne aveva, un rito propiziatorio, un semplice gesto di amicizia o anche un modo per sciogliere un ex voto.

Ce unusanza nella festa del papa in Calabria legata ai ricordi di un tempo e che, ancora oggi, si conferma in diversi centri: U cumbitu, una pietanza a base di pasta e ceci per i senza tetto e i nuovi poveri.

E un rito secolare trapiantato anche in alcune realta del Nord Italia, dove risiedono molti calabresi riuniti in associazioni: le famiglie piu fortunate preparavano piatti di pasta e ceci nel giorno della festa di San Giuseppe per i mendicanti e per i concittadini che non avevano la possibilita mangiare del cibo caldo, in un clima di fratellanza e di sostegno. Un appuntamento che, con le differenze di contesto economico e culturali esistenti fra un territorio allaltro, si e tramandato per anni e si rinnova.

Le condizioni della popolazione sono cambiate, ma il bisogno di assistenza rimane sotto le sembianze della nuove poverta. Chi e piu avanti negli anni, ricorda bene fatti e circostanze. I giovani dice Giovanni Altilia, funzionario delle Poste nel Catanzarese giravano per le vie dei paesi con un tegame in mano. Il tintinnio del cucchiaio sul tegame avvisava che lospite era in arrivo. Le donne preparavano il pentolone di pasta e ceci e si facevano trovare pronte sulluscio di casa invitando i bambini a prendere la loro porzione.

In alcuni centri sono le parrocchie, alle quali tutti i giorni si rivolgono migranti e persone indigenti, a rinnovare lusanza. A Botricello, nel Catanzarese, le famiglie si ritrovano per scambiarsi la pasta e ceci, benedetta dal parroco, per offrirla a chi vive in difficolta.

A Mormanno, nel Cosentino, lappuntamento e nel seminario vescovile, ma iniziative sono in programma per oggi anche nel Vibonese. In altri paesi u cumbitu viene portato direttamente a casa di amici e parenti, in segno di augurio, o di famiglie disagiate, come manifestazione tangibile di aiuto.

Il rito vive anche in alcune cittadine del Nord Italia dove risiedono molti calabresi emigrati. A Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, lAssociazione culturale calabrese da dieci anni organizza levento.

E una tradizione si legge sullinvito pubblicato sul sito internet sopravvissuta ai colpi di un progresso economico che tende a spazzare i riti e le consuetudini popolari legate al mondo contadino, alla cui saggezza abbiamo tanto attinto ma che spesso abbiamo sottomesso alloblio della memoria.

Nonostante lusanza risalga a diversi decenni fa, e stata tramandata di generazione in generazione e conserva, soprattutto nei piccoli centri della regione, il significato di solidarieta, amicizia e fratellanza, che aveva un tempo. A beneficiarne sono spesso i migranti che difficilmente hanno occasione di consumare del cibo caldo, ma anche molti italiani indigenti.