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CORONAVIRUS, UN LUMINARE CALABRESE TRA I MEDICI CHE CURANO BORIS JOHNSON

È Luigi Camporota, considerato uno dei massimi esperti di medicina di terapia intensiva e soprattutto di difficoltà respiratorie

Fonte: Paola DE CAROLIS (Corriere.it)

PRESERRE (CZ) –  9 APRILE 2020 – «È in ottime mani». Downing Street rassicura il paese: Boris Johnson sta ricevendo le cure migliori [1].

Il sistema sanitario è una macchina che «funziona benissimo», precisa il portavoce del primo ministro, ma è un’ironia che non sfugge a nessuno che l’uomo che ha voluto la Brexit ad ogni costo sia oggi nelle mani di una squadra internazionale, con infermieri e medici provenienti da tutto il mondo.

 A livello nazionale, il 5,5% degli operatori sanitari del Regno Unito arriva dall’Ue, mentre il 13% si autodefinisce straniero. L’ospedale di St Thomas’s, fondato da Florence Nightingale, non è diverso. Anzi.

Tra i luminari che si stanno occupando del primo ministro, c’è (almeno) un italiano, stando al Times: Luigi Camporota, considerato uno dei massimi esperti di medicina di terapia intensiva e soprattutto di difficoltà respiratorie.

 Dopo gli studi a Reggio Calabria, terminati nel 1995, Camporota ha ottenuto un dottorato presso l’università di Southampton. 

I suoi studi sull’utilizzo di respiratori e macchinari vari nonché su come gestire le crisi respiratorie acute vengono regolarmente pubblicati sulle più importanti riviste mediche del Regno Unito.

Non è da escludere che l’epidemia di coronavirus contribuisca a modificare i toni della conversazione sull’immigrazione, che con la Brexit aveva a volte preso pieghe xenofobe.

«Quando parliamo degli emigrati di questo paese, bisogna ricordare che questi emigrati al momento stanno salvando vite umane nei nostri ospedali», ha detto in tv Piers Morgan, presentatore che è sempre stato favorevolissimo alla Brexit.

I primi due medici a morire di Covid-19 in Gran Bretagna erano arrivati nel Regno Unito dal Sudan, mentre sarebbero più di 7.000 gli infermieri che hanno studiato all’estero ma praticano in Gran Bretagna.