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CORONAVIRUS, LA CICAS: «PER ALCUNI ANCHE IN EMERGENZA CONTA PIÙ IL PROPRIO ORTICELLO»

Biamonte: “Mi chiedo come mai le altre associazioni non abbiano fatto atti concreti nei confronti dei loro associati preoccupandosi solo che le loro sigle fossero presenti sui titoli delle varie testate giornalistiche”

 di REDAZIONE 

CATANZARO –  27 FEBBRAIO 2020 –  «Crediamo, opportunamente, che non sia il momento delle polemiche ma, vista la reiterata abitudine a ignorare una forza sindacale come la Cicas, qualche commento e qualche elemento chiarificatore bisogna porgerlo agli imprenditori, ai cittadini ed anche all’Amministrazione onde evitare che passi il messaggio che solo un club di associazioni siano sensibili ed attive mentre altre stiano passivamente alla finestra».

 Lo afferma in una nota Luigi Biamonte, coordinatore provinciale della Cicas di  Catanzaro

 «La nostra azione  – aggiunge –  non si manifesta solo attraverso la presenza sui giornali e media, la nostra è un’azione concreta, fattuale.  Non volendo intervenire sulle problematiche sanitarie e di sicurezza, abbiamo intrapreso la strada dell’azione convinti che il virus farà la vera moria nel tessuto economico nazionale.  Il rinculo del Covid sulle attività commerciali e turistiche sarà violentissimo.

 Alla luce di ciò, senza proclami, la Cicas ha chiesto un incontro con la Siae per il differimento delle quote 2020 e, guarda caso, dopo poche ore ciò è avvenuto con lo slittamento del pagamento al 30 marzo».

 «In conseguenza della, legittima, preoccupazione per gli effetti dell’epidemia – sottolinea ancora Biamonte –  la nostra struttura si è attivata per tutti gli operatori su aree pubbliche che si sono visti e stanno vedendo annullato lo svolgimento di vari mercati con logiche conseguenze per le loro già provate economie.

 La Cicas si è fatta proponente con un incontro con i vari Prefetti per annullare tali provvedimenti (allora rivendichiamo la chiusura dei Centri Commerciali, la chiusura delle scuole, Uffici Pubblici  etc..). Si sta passando ogni limite!

 Mi chiedo come mai le altre associazioni non abbiano fatto atti concreti nei confronti dei loro associati preoccupandosi solo che le loro sigle fossero presenti sui titoli delle varie testate giornalistiche».

 «Questo  – conclude Biamonte –  era il momento di dimostrarsi uniti e compatti nell’emergenza. Era il momento dell’unitarietà di intenti e proposte.

 Evidentemente, anche in emergenze simili, il proprio orticello è più importante della collettività».